L’annuncio del progetto per trasformare Villa Gavotti in uno studentato, pur presentato come una novità, non è altro che il riemergere di un’iniziativa discussa per almeno un decennio. Questo atteggiamento della giunta, che ripropone vecchie idee con un tocco di vernice fresca, evidenzia la mancanza di visione strategica a lungo termine e la tendenza a riciclare proposte mai realizzate per dare l’impressione di dinamismo.
L’accordo tra Comune, Diocesi, Fondazione CIMA e Provincia, insieme allo studio di fattibilità condotto dall’Unione Industriali e dall’Ance, potrebbe sembrare un passo avanti. Tuttavia, il nodo cruciale resta il finanziamento: senza risorse concrete, anche i migliori studi di fattibilità rimangono carta straccia.
Un aspetto positivo è l’ammissione, finalmente, che il collegamento del campus con la città è un problema. La promessa di un servizio di trasporto pubblico più efficiente, specialmente nelle ore serali, è un punto chiave. Ma quante volte abbiamo sentito promesse simili senza vedere risultati? La revisione delle linee di trasporto pubblico in coerenza con il PUMS potrebbe essere un’opportunità, ma solo se sarà tradotta in azioni concrete, con tempi certi e monitoraggio dei progressi.
Un progetto embrionale o un déjà vu? Definire il progetto in “stato embrionale” è quasi un eufemismo, dato che è passato tanto tempo da quando l’idea fu lanciata per la prima volta (Giunta Berruti?). Questo riporta alla mente una domanda cruciale: perché ci troviamo ancora a questo punto? È la burocrazia che rallenta tutto? Mancano le competenze o il coordinamento tra gli enti? O forse è una combinazione di tutti questi fattori?
sarà la volta buona? La possibilità di avere due studentati a Legino, a Villa Gavotti e a Palazzo Mascolo, rappresenta un’occasione per rendere Savona una città più attrattiva per gli studenti. Tuttavia, affinché il progetto non resti solo un sogno nel cassetto, servono scelte politiche coraggiose, investimenti certi e, soprattutto, un cronoprogramma trasparente e rispettato. Solo così i savonesi potranno credere che questa non sia l’ennesima promessa vuota.