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Via Stalingrado

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VIA STALINGRADO NON LASCIA… MA RADDOPPIA
Diario quotidiano del Palazzo a cura degli OSTINATI
Se non abbiamo capito male, grazie ad IPS, Via Stalingrado non lascia… ma raddoppia. É un passo avanti di coerenza non da poco, visto che ci siamo spesi tutti i soldi degli oneri di urbanizzazione del Centro Commerciale Le Officine in 2 scelte veramente performanti:
  • fare davanti al Centro una rotonda troppo magra, che si intasa perennemente e dove gli autosnodati si incastrano;
  • restringere la prima parte di via Stalingrado… per favorire il flusso di traffico (?) contro ogni legge della fisica dei fluidi, ma soprattutto contro ogni buonsenso.
La grande opera prevista parte dalla rotonda del casello autostradale di Legino, passa sul parcheggio mezzi operativi Vernazza (che sicuramente sarà ceduto gratis per un atto di mecenatismo stradale), passa su quel che resta di Parco Doria (ed anche qui le FFSS ci omaggeranno di quelle aree) fino alle Officine, per poi innestarsi in via Braja.
In questo modo dicono che snelliranno il traffico.
Al progettista sono sfuggiti due dettagli….
  • cosa cambia alla microscopica rotonda tra via Braja, via Stalingrado, via Vittime di Brescia e Corso Tardy e Benech?
  • come migliorerà la situazione in Corso Tardy e Benech e corso Mazzini?
Ai posteri l’ardua sentenza.

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Una breve scheda di riepilogo potrà giovare meglio alla comprensione della contorta vicenda progettuale.


Quando il Comune decise di costruire il primo pezzo del raddoppio di via Stalingrado (via Braja), le ormai scomparse Terza e Quarta Circoscrizione evidenziarono la necessità di proseguire tale strada fino allo svincolo dell’autostrada, by-passando la rotatoria del Centro Commerciale Le Officine.
Invece via Braja è uno stralcio del progetto predisposto nel 2000-2002 dalla Società romana di progettazione Bonifica, (quella che negli anni 2000-2001 progettò il percorso planimetrico dell’Aurelia bis su indicazione di Alessandro Garassini, allora Presidente della Provincia, e Carlo Ruggeri, allora Sindaco di Savona mirata al servizio del porto turistico della Margonara… affondato recentemente?).
Bonifica pensò che, da corso Ricci, l’Aurelia bis poteva proseguire, con una galleria, sotto la collina della Madonna degli Angeli, per confluire poi in via Vittime di Brescia nei pressi della Palazzina Rossa delle Opere Sociali.
Tale scelta avrebbe reso via Vittime di Brescia un tratto dell’Aurelia bis, sommando il traffico generato dal Centro Commerciale il Gabbiano, con quello proveniente da Via Nazionale del Piemonte e dal Santuario.

Avrebbe così perso il ruolo di strada inter quartieri (sia pure incompiuta, vista l’assenza del ponte-cerniera col quartiere di Villapiana che avrebbe dovuto essere costruito cogli oneri di urbanizzazione del Centro Commerciale Il Gabbiano) con la prosecuzione non solo in via Stalingrado, ma anche in via Corradini e via Tissoni.
Qualche anno dopo la pratica dell’Aurelia bis passò nelle mani dell’ANAS che fece un progetto preliminare che prevedeva la prosecuzione dell’Aurelia bis tutta in galleria, fino a Legino.
Ora IPS vuol far tornare in auge il vecchio progetto di Bonifica (l’allora sindaco Ruggeri, oggi è Presidente di IPS).

Via Braja, infatti, è stata progettata e acquisita da IPS, che l’ha poi ceduta al Comune di Savona (a congruo prezzo).

Per inciso, il Centro Commerciale Il Gabbiano fu costruito nella posizione attuale perchè a cavallo degli anni Ottanta – Novanta la maggioranza che governava il Comune spingeva per costruire l’Aurelia bis lungo il tracciato della vecchia linea ferroviaria Albissola – Savona. Da via Falletti avrebbe proseguito lungo via Vittime di Brescia. Ruggeri, allora Presidente della Lega delle Cooperative, pensò di collocare Il Centro Commerciale Il Gabbiano (che ospita al proprio interno l’Ipercoop) alla sua destra.
Bonifica viceversa pensò di far scavalcare via Stalingrado con un ponte adiacente al cavalcavia ferroviario (eliminando la discesa di via Vittime di Brescia nel tratto tra via Tissoni e via Stalingrado) e di aggiungere una campata al cavalcavia ferroviario (lato ponente) per consentire l’immissione in via Braja del traffico (portuale e cittadino) proveniente da corso Tardy & Benech.

L’idea della microscopica rotatoria dell’incrocio tra via Vittime di Brescia e via Stalingrado fu invece ideata negli anni 2005-2006 dal tandem costituito dall’Ingegnere Nanni Ferro, allora contemporaneamente Presidente IPS e Dirigente Comunale e dall’Architetto Campagnolo, allora contemporaneamente Dirigente Comunale dei Settori Urbanistica e Lavori Pubblici.
Una storia che nasce da lontano, pensata da troppe teste e che rischia di finire in maniera sicuramente insoddisfacente dal punto di vista logistico ma con costi astronomici assicurati per la collettività.

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