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Via Cadorna

Partita di calcio – Via Cadorna in stato di guerra
PRIGIONIERA IN CASA MIA

Domenica 8 maggio, piacevole giornata primaverile, tutta la mia famiglia è fuori casa, chi per un pranzo, chi per lavoro….

Ricevo una telefonata della vicina, santa donna, che mi avvisa che entro 5 minuti rimuoveranno l’auto di mia cugina per la partita del Savona. Premessa, abito in via Costacavalli e la sera prima tutta la mia palazzina, sapendo del problema dei cancelli del giorno dopo, ha posizionato gli scooter in modo che il cancello che si trova davanti casa nostra si potesse chiuder con facilità, inoltre, ci siamo guardati attorno per vedere se ci sono avvisi di vario genere per la sosta dei veicoli, NESSUN AVVISO VISIBILE!. Tornando a Domenica, l’arrivo della telefonata avviene in un momento in cui quasi nessuno è disponibile per salvare la macchina ed il nostro portafoglio, 300 euro circa in caso di rimozione. Per fortuna mio padre non è distante da casa e abbiamo un paio di chiavi di scorta. Cosi il suddetto interrompe il suo pranzo al Milleluci, torna a casa velocemente e sposta l’auto. Alle 3 del pomeriggio un amico ci avvisa che i cancelli non sono chiusi. Tutto il disagio e le problematiche accumulatesi durante la stagione, con questa notizia, iniziano a farmi fumare il cervello.  Prendo lo scooter e torno a casa. Faccio un giro della via e trovo un cartello, uno, alto circa 50 cm posizionato verso la strettoia della via e leggibile solo da chi percorre la strada nel senso di marcia verso sud e visibile solo ora che non ci sono macchine parcheggiate, in quanto è appunto alto quanto il cofano di una panda. Prendo e scendo in Via Cadorna. Trovo i Vigili a metà via, chiedo se si cono occupati loro delle auto e alla risposta affermativa comincio un monologo di sfogo di circa 5 minuti. Il tono era sicuramente poso rispettoso sia per una persona qualunque che per un ufficiale in divisa. Dalla mia posso solo dire che, come detto, ho le attenuanti di una certa esasperazione regressa. Uno dei vigili dunque interviene e facendomi notare il tono mi comunica che per i cancelli e le decisioni devo parlare con i poliziotti poco più avanti, pregandomi di usare lo stesso tono. Garantendo ciò prendo e vado dall’altro gruppo di tutori dell’ordine. Dopo un altro monologo di 5 minuti, con tono alto al seguito, i due poliziotti che mi ascoltano mi spiegano con molta calma e cortesia che loro o meglio la Questura e Roma, decidono di volta in volta la pericolosità della partita, dopo di che, in base al numero di tifosi che arrivano in giornata, decidono se chiuder o meno i cancelli. I vigili urbani dal canto loro, una volta ricevuta la comunicazione dalla questura si devono occupare della viabilità, del posizionamento dei cartelli e dell’eventuale rimozione dei veicoli, qualora essi stessi abbiano deciso di volta in volta se è il caso di lasciar la via vuota. Quindi tirando le somme, gli abitanti di Via Cadorna e Via Costacavalli, anche per l’anno prossimo dovranno subire ogni due week and circa, le decisioni prese all’ultimo dai vari enti preposti. Posso anche capire, non accettare, ma capire, che non possano fare altrimenti. Ma pretendere che almeno la segnaletica ed i cartelli di avviso rimozione vengano posizionati come legge comando si! Posso pretendere che sprechino due righe per inviare un comunicato ai giornali su come verranno predisposte le vie per la partita, esattamente come accade quando ci sono i mercati, le manifestazioni, gli scioperi e le festività. Ed in ultimo posso domandarmi quando è successo che da persona che rispetta le leggi e le autorità, queste regole assurde mi abbiano portato ad aver idee da anarchica rivoluzionaria, per esempio con un desiderio violento di buttar giù le cancellate a picconate, ed a mancare di educazione verso chi svolge un lavoro al servizio di tutti in quanto stanca di subire decisioni dall’alto, variabili quanto il tempo in primavera, che non rispecchiamo il mio diritto alla libera circolazione in casa mia.

Arianna Codato.

 

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