che anche loro vengano “nello stesso caruggio”, sia pure in ritardo e, per rimanere sulle metafore, a stalla aperta e buoi fuggiti da un pezzo. C’e’ pero’ un punto dell’articolo che lascia perplessi: dice che vendendo parte del costruito il costruttore ricupera le spese, ma si ritrova poi l’invenduto sul groppone, con tutte le tasse sulla casa. E quindi preferisce protrarre le licenze edilizie all’infinito. Non e’ del tutto esatto: i costruttori godono di ampissime agevolazioni sull’invenduto, per tre anni non pagano alcuna tassa. Figurarsi se il governo non agevola gli speculatori, proprio quelli che, avendo consumato risorse e terreno inutilmente, creato necessita’ di nuovi servizi e aggravato i costi comunali, dovrebbero pagare ben piu’ dei normali cittadini. Cosi’, col trucchetto di far risultare non abitabili gli alloggi, di protrarre la licenza di costruzione e poi di godere di queste agevolazioni, finiscono per non pagare niente. Alla faccia nostra, che paghiamo tasse anche per loro.