Varazze, blitz della DIA sul cantiere della passeggiata: solo controlli o qualcosa di più?

Un normale controllo amministrativo? Oppure qualcosa di più? È la domanda che in queste ore si pongono molti cittadini di Varazze, dopo il maxi blitz avvenuto martedì mattina nel cantiere della nuova passeggiata di levante, opera pubblica al centro di molte polemiche negli ultimi mesi.

A raccontare per primo l’episodio è stato il Secolo XIX, che ha descritto un massiccio intervento congiunto da parte di Polizia, Carabinieri, Ispettorato del Lavoro e soprattutto della Direzione Investigativa Antimafia (DIA). Una presenza che non è passata inosservata: decine di agenti e mezzi schierati, documenti passati al setaccio, verifiche su progetti, registri e autorizzazioni. Eppure, nessun sequestro, nessun indagato. Almeno per ora.

Il cantiere, infatti, è rimasto regolarmente operativo, e già nel pomeriggio gli operai erano tornati al lavoro. Il sindaco Luigi Pierfederici, informato dell’ispezione, si è recato sul posto e ha assicurato piena collaborazione da parte del Comune. «C’è stato un controllo nel cantiere – ha dichiarato – ma non ne conosciamo le motivazioni».

Il dettaglio che ha colpito più di tutti è la presenza della DIA. Un organismo che, per sua natura, entra in campo quando ci sono sospetti legati a infiltrazioni mafiose, appalti irregolari o anomalie economico-finanziarie. La sua presenza, dunque, alza il livello di attenzione su un’opera che, fin dalla sua nascita, ha sollevato interrogativi.

Il progetto riguarda l’ampliamento e la messa in sicurezza del lungomare a levante, con una passeggiata rialzata che parte dalla foce del Teiro e punta a riqualificare anche la zona del Solaro. Un intervento da sette milioni di euro, di cui uno stanziato dal Comune e ben sei provenienti dai fondi europei attraverso il Fondo Strategico Regionale. I lavori, però, sono iniziati in ritardo e sono finiti al centro di interrogazioni e polemiche, soprattutto da parte dell’opposizione.

Non a caso, il capogruppo di minoranza Antonio Ghigliazza ha dichiarato al Secolo XIX di aver già presentato due segnalazioni in passato alla polizia locale proprio su quel cantiere. «Resta per noi un’opera discutibile dal punto di vista ambientale – ha detto – una vera e propria colata di cemento armato sulla spiaggia. Vedremo se le autorità ci daranno ragione».

Nel frattempo, il cronoprogramma dei lavori prevede una pausa già calendarizzata a fine aprile, per permettere agli stabilimenti balneari di installare le strutture in vista della stagione estiva. I lavori riprenderanno solo dopo l’estate.

Ma la domanda resta: si è trattato solo di un controllo di routine o ci sono ombre più lunghe su questa grande opera pubblica varazzina? Il silenzio delle autorità lascia spazio alle supposizioni, ma la presenza della DIA non è mai casuale. E se da un lato è giusto non trarre conclusioni affrettate, dall’altro è legittimo aspettarsi chiarezza e trasparenza, specialmente quando in ballo ci sono soldi pubblici e il futuro di un’intera area urbana.

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