Oggi la Valbormida si è guadagnata un titolo di prima pagina sul Fatto Quotidiano, purtroppo per motivi tutt’altro che lusinghieri. La notizia riguarda il sindaco di Cairo Montenotte, Paolo Lambertini, e una vicenda che mescola presunti conflitti di interesse, fondi europei mal gestiti e un’infrastruttura pubblica con un destino molto “privato”.
La storia inizia nel 2018 con un progetto apparentemente virtuoso: il miglioramento dell’accesso a terreni agricoli e forestali a ridosso della riserva naturale dell’Adelasia. Tuttavia, dietro le nobili intenzioni si celava un dettaglio non trascurabile: la strada non solo serviva un tratto privato, ma portava direttamente alla proprietà del genero del sindaco.
A peggiorare il quadro, il progettista, che aveva offerto il suo lavoro gratuitamente, risultava essere uno dei proprietari coinvolti e un familiare stretto del primo cittadino. La Regione Liguria, ignara dei retroscena, aveva approvato il finanziamento del progetto con fondi europei per 370.000 euro, inserendolo nel Piano di sviluppo rurale 2014-2022.
Mentre l’amministrazione procedeva spedita, l’opposizione ha sollevato più di un dubbio, denunciando il conflitto di interessi e l’uso improprio dei fondi pubblici. Dopo numerosi tentativi falliti di ottenere trasparenza, i consiglieri di minoranza hanno presentato un esposto alla magistratura, portando il caso all’attenzione della Procura Europea . Questo passaggio è stato cruciale, poiché ha permesso di aggirare le limitazioni introdotte dalla riforma Nordio sull’abuso d’ufficio.
Oggi il sindaco Lambertini, ex membro di spicco del movimento “Cambiamo” di Giovanni Toti, è indagato per truffa ai danni dello Stato insieme ad altre quattro persone, incluso il genero Filippo Serafini. L’udienza preliminare è fissata per il 28 gennaio 2025 presso il Tribunale di Savona.
Il Comune di Cairo Montenotte si trova ora a dover restituire i fondi all’Unione Europea, affrontando una voragine di bilancio. Nel frattempo, la Regione Liguria, attualmente guidata da Marco Bucci, potrebbe costituirsi parte civile nel processo e spingere ulteriori azioni legali. Inoltre, resta da valutare il ruolo della Corte dei Conti, che potrebbe richiedere risarcimenti per danni erariali.
Questa vicenda rappresenta un duro colpo per l’immagine della Valbormida, mettendo in evidenza il problema cronico della gestione dei fondi pubblici e dei conflitti di interesse nella politica locale. È un caso che invita a riflettere sulla trasparenza, sull’etica amministrativa e sulla necessità di vigilanza da parte della società civile.