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Vado Ligure: il problema dell’impianto di calcestruzzo per la costruzione dei cassoni e il silenzio della Giunta

Il tema della costruzione dei cassoni a Vado Ligure continua a far discutere, ma l’attuale amministrazione comunale sembra voler tenere un basso profilo sulla questione. Tutto è ancora fermo al preaccordo siglato dall’ex sindaco Monica Giuliano, ma il vero e proprio accordo necessita di un passaggio in consiglio comunale, un passaggio che la Giunta attuale si guarda bene dall’affrontare.

Nel frattempo, però, alcune decisioni operative sembrano essere già state prese. Pare infatti che sia stata individuata l’area dove realizzare l’impianto di calcestruzzo per la costruzione dei cassoni destinati ai lavori del porto di Genova. In un primo momento, la scelta sembrava orientata verso un terreno situato nell’ex centrale Tirreno Power, ma la decisione definitiva sembra essere caduta sull’area antistante il cantiere Eurocraft, nei pressi del litorale.

Un colpo al turismo vadese
Se la scelta verrà confermata – la conferenza dei servizi dovrebbe chiudersi venerdì – si tratterebbe di un ulteriore colpo al turismo locale e ai gestori dei bagni marini, già alle prese con le difficoltà legate al ripascimento. Dopo l’allargamento del molo, la situazione è leggermente migliorata per le spiagge di Vado, ma i danni provocati dalla piattaforma si stanno facendo sentire sempre più a Zinola e nelle località limitrofe, con spiagge erose e sabbia che sparisce ad ogni mareggiata.

Il ripascimento, inoltre, è un’operazione sempre più costosa: un camion di sabbia arriva a costare fino a 1.000 euro, una spesa che pesa sulle spalle dei gestori balneari. Ora, con la possibile costruzione dell’impianto di calcestruzzo a ridosso della costa, il danno ambientale e turistico rischia di essere irreversibile.

Il silenzio della città e il confronto con Pra’
Ciò che colpisce è l’atteggiamento di indifferenza della cittadinanza. Mentre a Genova i residenti di Pra’ hanno saputo opporsi con determinazione alla costruzione dei cassoni sul loro territorio, ottenendo lo stop al progetto, a Vado Ligure si assiste a un atteggiamento passivo, influenzato dalle notizie, molte volte costruite ad arte, sui grandi traffici portuali e sulle imponenti navi che attraccherebbero alla piattaforma, mentre le conseguenze sulle attività turistiche e ambientali passano in secondo piano.

Serve un risveglio civico
Se il progetto andrà avanti senza opposizione, si rischia di compromettere definitivamente una parte importante dell’economia locale, già messa in difficoltà negli ultimi anni. È il momento che i cittadini si facciano sentire, chiedendo alla Giunta maggiore trasparenza e pretendendo che decisioni di tale portata passino attraverso un vero dibattito pubblico.

Vado Ligure si trova di fronte a un bivio: accettare passivamente scelte che penalizzano il territorio o iniziare a difendere la propria vocazione turistica e ambientale prima che sia troppo tardi (a  proposito nessuna notizia del porticciolo turistico?)

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