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Vado Ligure – Bombardier, la si vuol prendere alla leggera?

Dall’inizio del mese di aprile 2019 sono esplose le due maggiori vertenze lavorative della provincia di Savona, area di crisi complessa. Le due principali realtà industriali del settore metalmeccanico Piaggio Aerospace, con stabilimento principale a Villanova d’Albenga e Bombardier Transportation Italy di Vado Ligure, dopo molti mesi di indecisioni a livello politico e sindacale hanno annunciato rispettivamente, l’avvio della cassa integrazione straordinaria e la cessione di un ramo d’azienda.

Lo storico stabilimento di costruzione di materiale rotabile, Bombardier di Vado Ligure, con l’annuncio dell’avvio della procedura di cessione del ramo d’azienda dell’ingegneria, la testa pensante di uno stabilimento produttivo e quindi propedeutica alla produzione, rischia di perdere ulteriori professionalità. Già una prima riduzione di personale si era avuta dopo l’avvio di una prima procedura di mobilità per 104 lavoratori, nel luglio 2016, a causa della perdita di una commessa per dei treni regionali, commessa vinta da Hitachi Rail Italy. Per opporsi a questa prima riduzione del personale del 2016, non vi furono neppure iniziative di rilievo da parte dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali.

Attualmente nello stabilimento Bombardier di Vado Ligure sono in produzione 40 locomotori della serie Traxx DC3 per Mercitalia Railla partecipata del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane che si occupa del trasporto merci, commessa del valore si 180milioni di euro più varie opzioni (Il Sole 24 Ore Mercoledì 13 Marzo 2019). La conclusione della produzione delle locomotive DC3 per Mercitalia, sarebbe prevista a settembre al momento senza ulteriori prospettive, con alcuni reparti e funzioni dello stabilimento già in sofferenza da maggio.

Bombardier – E464 – Frecciarossa 1000 – Traxx DC3

Come fatto notare più volte in diversi articoli, la vertenza di Bombardier si protrae da diversi anni, a causa delle difficoltà di approvvigionamento di commesse, anche in presenza di notevoli occasioni sul mercato nazionale, visti i cospicui investimenti delle ferrovie italiane, la cosiddetta “cura del ferro”.

Bisogna notare che sul mercato italiano a scontrarsi nelle grosse gare di appalto per il materiale rotabile, indette dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane tramite le sue controllate Trenitalia e Mercitalia Rail, sono perlopiù gruppi multinazionali di notevoli dimensioni.

Hitachi Rail Europe, controllata dalla giapponese Hitachi, nel 2015, ha acquistato le attività nei trasporti ferroviari di Finmeccanica/Leonardo. Il maggiore azionista di Finmeccanica/Leonardo è lo Stato italiano. Le aziende cedute sono la redditizia Ansaldo Sts attiva nel segnalamento ferroviario e il ramo d’azienda di costruzione di materiale rotabile, AnsaldoBreda, con quasi tutte le attività in sofferenza (Il Sole 24 ore – 25 Febbraio 2015). Hitachi Rail, come capofila della commessa, realizza in collaborazione con Bombardier il Frecciarossa 1000.

Altro gruppo multinazionale che opera nel mercato ferroviari italiano è la francese Alstom, con forti legami con lo stato francese, che nel 2000 acquisì la Fiat Ferroviaria, storica azienda costruttrice del Pendolino. Alstom in Italiaè presente con otto siti produttivi e di progettazione distribuiti sul territorio italiano. Alstom per il mercato italiano realizza i treni ad alta velocità Italo (operatore privato NTV) e diversi treni per il trasporto regionale.

Tra questi grandi gruppi Bombardier Transportation pur avendo la propria sede centrale a Berlino, ha però le basi finanziarie in Canada, essendo controllata dalla holding finanziaria Bombardier Inc con sede a Montreal, Quebec. In Italia è presente con lo storico stabilimento di Vado Ligure, attivo da oltre un secolo e passato nel corso degli anni sotto diverse proprietà ed una sede a Roma.

Sia Hitachi  Rail che ha risanato la ex controllata dallo stato AnsaldoBreda,  che Alstom che in Italia ha otto stabilimenti, non è da escludere che possano godere di un maggiore impatto sociale e politico nei confronti della Ferrovie dello Stato Italiano, rispetto a Bombardier che in Italia ha solo due siti e basi finanziarie in nord America.

La maggiore presenza sul territorio e le maggiori interconnessioni con il sistema finanziario e politico italiano o europeo dei principali concorrenti di Bombardier, potrebbero costituire un vantaggio nella capacità di aggiudicarsi le grandi commesse pubbliche.

Chiaramente le  multinazionali nella loro continua lotta per conquistare nuovi  mercati possibilmente ricchi di commesse redditizie, nel momento in cui queste vengono meno, il problema viene socializzato, soprattutto se queste multinazionali hanno pochi legami con il paese con cui operano. A farne le spese prima di tutto i lavoratori, l’indotto, e tutto il territorio.

In questa ottica dal punto di vista dei lavoratori di Bombardier e dei loro rappresentanti al fine di garantirsi una continuità nei carichi di produzione e quindi del reddito, sarebbe ragionevolmente necessaria una maggiore capacità di mobilitazione qualora le commesse erogate da stazioni appaltanti come il Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e sue controllate, iniziano a venire meno. Ciò al fine di enfatizzare il proprio peso sociale e politico.

Tipica manifestazione savonese a corrente alternata

Nel caso di Bombardier (o di Piaggio) con scioperi e manifestazioni a corrente alternata tenutesi a distanza di mesi le une dalle altre il fine di enfatizzare il  peso sociale e politico dei lavoratori ne è sicuramente uscito indebolito.

Il fatto di indire scioperi e poi successivamente  revocarli solo perché si è avuto un qualche annuncio di nota di rassicurazione o invito ad un tavolo di confronto, senza che di fatto nulla si sia concretizzato, fa perdere ulteriore credibilità alla causa dei lavoratori.

I lavoratori savonesi sono avvertiti.

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