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Vado Ligure – Bombardier, dov’è finito il piano di rilancio?

Freccia rossa 1000

Il bilancio sulla tenuta del tessuto industriale della provincia continua a presentare molte incognite. Se da un lato vengono annunciate notizie sull’erogazione dei fondi per l’area di crisi complessa, come è il caso della First Plast, dove con un investimento di 7 milioni di €, per adeguarsi agli standard dell’industria 4.0, verranno creati 21 nuovi posti di lavoro in tre anni. Di segno opposto seguono notizie come la crisi della filiera delle rinfuse con Terminal Alti Fondali, Funivie ed Italiana Coke o della Sanac di Vado Ligure, l’azienda di produzione di refrattari per la siderurgia che risente delle vicende legate ad ILVA-Arcelor Mittal, ma in questi casi sono a rischio oltre 500 posti di lavoro. Altri 500 posti di lavoro sono a rischio con la vertenza di Bombardier.

Se fino al mese di maggio 2019 la crisi della Bombardier Transportation Italy di Vado Ligure, la storica azienda di costruzione di materiale rotabile, poteva trovare qualche spiegazione con la cronica mancanza di carichi di lavoro, seguita alla perdita di una corposa gara per dei treni regionali nel 2016 (gara vinta da Hitachi Rail Italy per cui si sarebbe dovuta avviare una collaborazione), oggi con la presentazione del piano industriale 2019-2013 del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (LEGGI), per questa crisi risulta più difficile trovare una ragionevole interpretazione, a meno che qualcuno in una miope logica spartitoria, complici i noti gli “inciuci” tra aziende, politica e sindacati savonesi, voglia speculare sul futuro dei lavoratori.

Un altra spiegazione potrebbe essere quella che una volta acquisiti i carichi di lavoro assegnati dai clienti istituzionali, utilizzando la leva dell’occupazione, Bombardier decida magari di delocalizzarli o esternalizzarli ad aziende di basso profilo, ed allo stato Italiano rimangano in carico gli ammortizzatori sociali per i lavoratori, oltre il danno sarebbe anche la beffa. Ad oggi sul fronte della denuncia di questa estrema contraddizione, i tranquilli sindacati metalmeccanici savonesi continuano a dormire sonni tranquilli come già si è evidenziato numerose volte, l’ultima sull’articolo “Bombardier, crisi tra un mese ed i sindacati dormono? (LEGGI)”.

Ricordiamo nuovamente che il cliente istituzionale Trenitalia per venire ragionevolmente incontro alle problematiche della cronica carenza di commesse che affligge il sito produttivo Bombardier di Vado Ligure, forse anche considerando la visita a Vado Ligure del vicepremier Luigi di Maio del 17 maggio (VEDI), ha già formalizzato l’acquisto di 14 Frecciarossa 1000 al consorzio tra Hitachi Rail e Bombardier, che secondo stime sindacali porterebbe due anni di lavoro. La commessa del valore di 575milioni di euro (60% Hitachi – 40% Bombardier) sarà realizzata negli stabilimenti italiani delle due società, garantendo un forte indotto dal punto di vista economico e occupazionale per il settore industriale in Italia, è quanto riportato nel comunicato stampa di Trenitalia.

Sono inoltre previsti 100 locomotori destinati al trasporto merci, di cui una prima parte della produzione è già in corso nello stabilimento Bombardier di Vado Ligure oltre a 7 treni per trasporto passeggeri (65,8milioni di €) già assegnati, lo scorso 7 maggio, dalla Provincia di Bolzano alla filiale italiana della multinazionale canadese Bombardier (LEGGI).

Dallo scorso aprile lo stabilimento vadese di Bombardier è anche oggetto della cessione del ramo d’azienda dell’ingegneria, propedeutica alla produzione, ci domandiamo se a fronte di quest’altra enorme contraddizione, Bombardier sia ancora in grado di fare fronte alle opportunità che offre il piano industriale delle ferrovie. Cessione dell’ingegneria che rischia di essere un licenziamento mascherato in mancanza di adeguate garanzie o accordi di programma in sede istituzionale, soprattutto se la società cessionaria non presentasse parametri economici, contrattuali, occupazionali e certificazioni di qualità equivalenti a quelli della cedente.

Boeing 737 Max

Riguardo alle esternalizzazioni e/o cessioni “selvagge” realizzate più che altro per motivi finanziari, che poco hanno a che vedere con ragioni tecniche, in un articolo del 28 giugno 2019 Bloomberg (LEGGI), pone l’attenzione sul fatto che alla base dei disastri dei Boeing 737 Max ci siano anche presunti errori ai software installati sui sistemi di controllo dell’aereo. Inoltre lo sviluppo di tali software sarebbe stato affidato a dei lavoratori temporanei, pagati appena 9 dollari all’ora per sviluppare e testare software, spesso provenienti da realtà che non posseggono grandi tradizioni nel settore aerospaziale. La notizia viene anche ripresa su un articolo di Business Insider Italia del 2 luglio 2019 (LEGGI).

Zingaretti in visita alla Bombardier (8 luglio 2019)

Anche il PD con il nuovo corso inaugurato dal neosegretario Nicola Zingaretti, pare essersi ricordato dei lavoratori e che l’Italia necessiti di politiche industriali ed occupazionali, che non siano solo assistenzialiste, e che valorizzino le eccellenze del nostro paese, in questo contesto Zingaretti, con il suo tour per l’Italia, ha fatto tappa a Vado Ligure per visitare lo stabilimento Bombardier.

Mandraccia – Martinazzi

Il segretario della Fiom CGIL, Andrea Mandraccia, in occasione dell’incontro con Zingaretti commentando il fatto che venti dipendenti di Bombardier sono stati distaccati negli impianti Hitachi Rail Italydi Milano e Napoli, per la manutenzione di 59 treni ETR500, afferma «la collaborazione (con Hitachi ndr) esiste già, Bombardier ha già detto che da sola non riesce più a mantenere lo stabilimento di Vado. Il partner che servirebbe ha già nome e cognome ed è quello che sul territorio italiano sta lavorando di più» (Il Secolo 9 luglio 2019). Peccato che la collaborazione che i lavoratori di Bombardier si sarebbero aspettati sarebbe dovuta essere sulla commessa dei treni regionali e che trasferendo lavoratori presso altri siti, pur garantendogli continuità di reddito, si rischia di svuotare ulteriormente di professionalità il sito vadese.

Bruno Martinazzi rappresentante Fiom-CGIL della rsu Bombardier, noto anche per le sue passioni da sub, riguardo alla commessa dei treni regionali di Hitachi asserisce essere «già in ritardo di 27 mesi, inoltre il piano quadriennale delle Fs prevede 280 nuovi treni, ossia 70 all’anno. Ecco dove Bombardier può intervenire. Hitachi oggi ha una media di 1,4 milioni di ore di lavoro, per salvare l’impianto di Vado ne basterebbero 120mila. Altrimenti rischiamo di diventare una ditta di assemblaggio, con l’organico ridotto al minimo indispensabile e con il rischio di veder scomparire un’importante filiera dell’indotto. Non solo, visto che le commesse sono delle Fs, rischiamo che i soldi dei contribuenti italiani aiutino le aziende tedesche, se la produzione di Bombardier verrà tolta a Vado e concentrata in Germania».

Sia Martinazzi che Mandraccia sembrano guardare troppo in casa di Hitachi dimenticandosi quanto il piano quadriennale 2019-2023 delle ferrovie ha assegnato o potenzialmente assegnato direttamente a Bombardier, oltre alla commessa per la provincia di Bolzano, di cui si è parlato sopra, inoltre la ventilata collaborazione con Hitachi, sui treni regionali, non sarebbe ancora formalizzata ufficialmente da un contratto. I sindacati metalmeccanici savonesi tendono sempre a sviare l’attenzione su altri temi.

Inoltre Mandraccia e Martinazzi dovrebbero spiegare ai lavoratori che dovrebbero rappresentare il motivo per cui sul sito del Ministero dello sviluppo economico non è ancora reperibile, ad oggi, il verbale dell’incontro sulla vertenza di Bombardier tenutosi il 6 di giugno 2019 come già avevamo evidenziato sull’articolo “Bombardier, crisi tra un mese ed i sindacati dormono?”

Il Secolo XIX 19 giugno 2019

Mancano pochi giorni allo scadere del mese, ma aimè in piena estate e con i giovedì sera in musica a Savona meglio rimandare i problemi all’autunno, i lavoratori metalmeccanici savonesi sono notoriamente pazienti e remissivi.

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