Nel precedente articolo “Qualche spiraglio per Bombardier?”, facevamo notare che i lavoratori della Hitachi Rail di Pistoia, in merito a dei ritardi per il riconoscimento dei benefìci previdenziali per l’esposizione all’amianto nelle industrie ferroviarie, il 21 ed il 23 maggio, avevano scioperato per sollecitare le risposte dovute. A quanto pare per diversi lavoratori della Hitachi Rail l’iter di approvazione di questi benefici sarebbe in una fase avanzata, ma non ancora del tutto conclusiva. Nonostante ciò i lavoratori della Hitachi ed i loro rappresentanti mantengono alta l’attenzione su questa problematica, pur non avendo problemi di carichi di lavoro.
I lavoratori della Bombardier Transportation di Vado Ligure “che hanno presentato le domande prima di lavoratori di altre aziende del settore costruzione di materiale rotabile ferroviario, sono ancora in attesa di risposte che in altri territori sono già state fornite” è quanto riportato in un consueto comunicato stampa sindacale del 3 giugno.
Evidentemente i lavoratori della Bombardier, sollecitati dalle proprie rappresentanze sindacali, erano tra i primi ad aver fatto richiesta per questi benefici, ma ora risultano anche quelli per cui l’iter di avanzamento della domanda sarebbe più in ritardo. A fronte di questa situazione di ritardo, ci si chiede per quale motivo i lavoratori di Bombardier siano anche gli ultimi ad esternare il proprio disagio sociale. Un ulteriore contraddizione nella lunga vertenza che interessa lo stabilimento di Vado Ligure.
Il comunicato stampa evidenzia anche che i lavoratori della Bombardier sono impegnati in una durissima battaglia per la difesa del posto di lavoro, pertanto hanno bisogno di solidarietà e di supporto da parte delle Istituzioni e non di dover lottare anche per il riconoscimento dei propri diritti. Ulteriore motivo per mantenere costantemente alta la tensione e l’attenzione sulla propria vertenza.
Lo sciopero con presidio del 4 giugno, davanti ai portoni dell’Inail di Savona, tenuto dai lavoratori di Bombardier è servito per appurare che vi sono problemi di natura burocratica che l’Inail ha sollevato riguardo alla documentazione fornita dall’azienda, è quanto in sintesi è emerso dalle dichiarazioni di Andrea Mandraccia (segretario Fiom-GGIL Savona) e dell’abbronzato Bruno Martinazzi (RSU-Fiom CGIL). (SavonaNews 4 giugno 2019)
Nel pomeriggio del 4 giugno FSNews, il portale di informazioni del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, ha dato la notizia che “Trenitalia: affidata la fornitura di 14 Frecciarossa 1000 a Hitachi Rail e Bombardier Transportation Italy”. La commessa del valore di 575milioni di euro sarà realizzata negli stabilimenti italiani delle due società, garantendo un forte indotto dal punto di vista economico e occupazionale per il settore industriale in Italia.
Probabilmente l’impegno del vicepremier, Ministro dello sviluppo economico e del lavoro Luigi di Maio (5 Stelle) in occasione della sua visita nello stabilimento Bombardier di Vado Ligure, lo scorso 17 maggio, per trovare una soluzione alla vertenza di Bombardier ha dato qualche risultato.
Secondo stime sindacali i 14 nuovi Frecciarossa 1000, realizzati in collaborazione con Hitachi Rail, porterebbero allo stabilimento Bombardier di Vado Ligure due anni di lavoro, senza contare le altre opportunità come la fornitura di ulteriori locomotori merci della serie Traxx previsti dal piano industriale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane presentato lo scorso 10 maggio (LEGGI), oltre i 7 treni per trasporto passeggeri già assegnati dalla provincia di Bolzano alla filiale italiana della multinazionale canadese (LEGGI).
A questo punto visto l’impegno messo dai lavoratori (con molte ore di sciopero), delle istituzioni e della politica per favorire una soluzione a questa vertenza il minimo sindacale sarebbe il congelamento di tutte le azioni unilaterali intentate da Bombardier, almeno per il tempo in cui sono garantiti i carichi di lavoro. Non sarebbe ragionevolmente plausibile che a fronte di commesse erogate da clienti istituzionali vengano messi in discussione dei posti di lavoro o spacchettamenti o cessioni di rami d’azienda, tutte pratiche che vista l’inaffidabilità dei gruppi multinazionali equivarrebbero di fatto a dei licenziamenti mascherati, oltre ad essere difficili da gestire nell’interesse dei lavoratori, il recente caso Whirlpool ne è l’esempio migliore.
I tranquilli sindacati savonesi sapranno sicuramente farsi portavoce del minimo sindacale, in caso contrario i lavoratori di Bombardier farebbero bene a scegliersi, nel più breve tempo possibile, dei rappresentanti un po’ più reattivi.
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