In quel di piazza De Ferrari, si consuma un epico duello per l’assessorato savonese, ultimo tassello mancante nella giunta di Marco Bucci. Da una parte, l’indomita Ilaria Caprioglio, ex sindaca con la fama di “tecnica” e benedetta dal sommo Claudio Scajola. Dall’altra, l’intramontabile Angelo Vaccarezza, politico navigato e orgogliosamente azzurro, determinato a riportare Savona in regione.
La scelta, come si suol dire, è tutto fuorché banale. Caprioglio è stata capace di salutare il centrodestra locale con un elegante “non siete voi, sono io” quando ha rifiutato un secondo mandato, dichiarando di non poter più tollerare il clima di partito. Vaccarezza, invece, è rimasto saldo come una roccia (o come una bandiera, per qualcuno) e, dopo un breve passaggio in Cambiamo!, è ritornato felicemente tra le braccia di Forza Italia, più motivato che mai.
E così, mentre Caprioglio punta sulla sua aura di indipendenza, Vaccarezza si gioca la carta dell’esperienza politica, quella che “chi ha esperienza sa come muoversi” – soprattutto quando si tratta di tornare sempre dalla parte giusta. Nel mezzo, Marco Bucci, che assiste a questa partita come a un risiko, cercando di destreggiarsi tra pressioni locali e giochi di equilibrio. E non è detto che, come nei migliori colpi di scena, il finale non lo scriva Roma, con i vertici della capitale pronti a dire l’ultima parola su questa sfida ligure.
Chi conquisterà il prezioso scranno savonese? Non ci resta che aspettare, perché quando in politica c’è da decidere tra esperienza consolidata e “nuova” indipendenza, tutto può succedere. E poi tra i due litiganti c’è sempre un terzo che può godere