Dietro la scelta c’è l’ombra benevola di Alberto Cirio, il governatore piemontese e vecchio amico di Vaccarezza, una relazione sbocciata nei corridoi di Bruxelles dove Vaccarezza, anni fa, non disdegnava la parte del devoto assistente.
Ovviamente, il savonese spera in un doppio miracolo: da un lato, il titolo onorifico, che fa sempre chic; dall’altro, tamponare un problema ben più ampio e delicato, ovvero la rappresentatività del savonese in giunta, che sembra più fragile del Wi-Fi nelle gallerie autostradali. Si dice che questa nomina possa risolvere il problema di visibilità per il savonese… o almeno fare una bella “passata di bianco” per nascondere la crepa, come si farebbe su un muro di vecchia costruzione.
Con Vaccarezza al centro di questa manovra, non ci resta che aspettare l’epilogo di questa epopea savonese. Chissà, forse tra qualche tempo lo vedremo salire di livello, magari segretario d’aula con annessa “carica straordinaria di rappresentanza del savonese” – qualunque cosa significhi. Nel frattempo, non ci resta che ringraziare il nostro Vaccarezza per essere sempre lì, a ricordarci che la politica, oltre alla serietà, è sempre un buon trampolino per un posto di lavoro ben retribuito.