Tra i diversi aspetti che hanno motivato la nostra convinzione di dover appellare la sentenza di primo grado, gli esiti di tre indagini ambientali sulle esposizioni ad inquinanti che, seppur condotte con diversi modelli di dispersione e diversi traccianti, sono tra loro coerenti nel senso dell’individuazione delle aree di maggiore ricaduta degli inquinanti della centrale.
Un ulteriore motivo fondamentale, anzi centrale, è costituito inoltre dagli esiti eclatanti in termini di eccessi di mortalità e di malattie delle due indagini epidemiologiche condotte sul campo con differenti metodologie: lo studio caso-controllo dei CTP della Procura e lo studio di coorte condotto dal massimo ente di ricerca pubblico del Paese, il CNR, le cui conclusioni hanno dato un esito sanitario addirittura di maggiore gravità di quello dei consulenti della Procura di Savona.
Tutte queste indagini secondo il nostro consulente prof. Gianicolo stabiliscono una “forte evidenza di danno alla salute delle popolazioni più esposte, tanto in termini di ricoveri quanto in termini di decessi per patologie correlate”, senza che la sostanza di questo danno sanitario riteniamo possa essere scalfita dai rilievi delle difese degli imputati.
Queste e diverse altre importanti motivazioni ci hanno indotti quindi alla decisione dell’appello perché crediamo sia un atto dovuto nei confronti di una popolazione che ha convissuto per decenni con una grande centrale a carbone e con le sue emissioni inquinanti.
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