“UN’ASSENZA DI STRATEGIE TURISTICHE CHE OGGI PRESENTA IL CONTO”

“Il calo di 200.000 presenze turistiche in provincia nei primi 8 mesi dell’anno (che il prossimo anno sarà accentuato anche dagli effetti del crollo del ponte Morandi e dal calo previsto del 10% degli approdi di Costa Crociere) non deve affatto sorprendere, ed è frutto di una assenza di lunga data di visione strategica e di marketing turistico. Nel savonese (e in buona parte della Liguria), benché ci sia una discreta proposta di sagre e eventi serali, mancano offerte diurne di svago turistico e attrattivo.

Un sondaggio di molti anni fa su La Stampa, per esempio, rivelava che la maggior parte dei turisti sceglie la riviera romagnola per le decine di attrazioni presenti. Parchi divertimento e centri acquatici, Parchi tematici sulle fiabe, delfinari e acquari, parchi safari, parchi avventura, strutture relax, ma non solo, valorizzazione di scenari naturalistici unici e biodiversità: un “ecosistema del divertimento” con strutture tematiche federate sotto un’unica bandiera, riconoscibile a tutti, in Italia e all’estero (anche nel portali on line), come destinazione ideale sia per le vacanze delle famiglie che di giovani e anziani, sia per un turismo di permanenza che per quello mordi e fuggi, pensati per soddisfare in sinergia tutte le richieste (avventura, cultura, relax, ambiente, ecc) perchè si rivolge ai differenti mercati. Queste iniziative imprenditoriali non nascono per caso, ma vanno programmate e incentivate dalla politica e dalle associazioni di categoria attraverso sgravi di tasse locali e definizione di offerte di spazi e aree di interesse, magari dismesse.

E ormai noto che nella riviera savonese si riesce a offrire quasi soltanto un po’ di balneazione (purtroppo assai difficilmente spiagge libere, magari attrezzate), un albergo (spesso a prezzo eccessivo), un ristorante (a proposito, perché non offrire acqua di rubinetto gratis e aperitivo di cortesia come in altri paesi?) e un giro nella passeggiata serale per il solito gelato.

D’altronde da tempo la nostra provincia non pianifica la sua vocazione turistica; i due principali progetti di questo decennio (è bene non dimenticarlo…) si sono limitati alla richiesta di raddoppio di una centrale a carbone (poi fortunatamente bloccato, non dalla politica ma dall’inchiesta della Magistratura) e a una devastante piattaforma container a mare che comporterà il passaggio di centinaia di camion al giorno e l’erosione del litorale alle fornaci.

Anche Savona (capoluogo di una delle province più turistiche d’Italia) non riesce a essere polo attrattivo per mancanza di visione strategica: la zona a mare dal prolungamento a Zinola giace da decenni in stato di abbandono (dove nelle giunte di vario colore politico è prevalso più l’interesse a raddoppiare i volumi edificatori di un costruttore privato rispetto alla valorizzazione dell’area); i musei sono spesso chiusi o non bene segnalati ai croceristi; le sagre e i mercatini nelle vie del centro sono da anni sempre gli stessi, senza ormai attrattiva, e finiscono solo per danneggiare le altre attività limitrofe (non è quindi mai stata fatta un attività di programmazione per portare a Savona alcuni graziosi e originali mercatini artigianali presenti in altre città del nord); d’estate si privilegia solo la lirica al Priamar non lasciando fondi per altre offerte culturali: è il caso per esempio del Festival “Parole ubikate in mare” (che organizziamo come libreria Ubik) che ogni anno porta 10.000 presenze e 30 autori di grande richiamo del mondo della cultura italiana in Comuni limitrofi, ma che da 9 anni non riesce a essere inserito nella programmazione del capoluogo.

Il turismo sta cambiando, il turista vuole più diversificazione nell’offerta, in particolare nell’intrattenimento. La nostra provincia saprà riemergere solo ridefinendo la propria vocazione turistica”.

Stefano Milano dal SecoloXIX

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