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Una famiglia di cinghiali

Ci ha scritto una famiglia di cinghiali

Siamo una famiglia che vive nel primo entroterra di Savona: io, il mio compagno e i miei figli. Ogni giorno cerchiamo di tirare a campare, onestamente, senza disturbare il prossimo. Purtroppo non abbiamo soldi, non rientra nella nostra cultura nomade, ma non credo che possa essere definita una colpa: viviamo alla giornata, di espedienti; ultimamente la crisi ci porta ad andare anche oltre il luogo dove normalmente pernottiamo, fino al mare. Credo sia un nostro diritto, la terra è di tutti. Non quindi capiamo tutto questo trambusto contro di noi: allarme sociale, articoli sui media. Qualcuno a volte ci aiuta, ma ultimamente chi lo fa rischia una multa. Qualcuno ci ha sguinzagliato contro i cani, altri addirittura invocano le armi contro di noi. Ma cosa abbiamo fatto realmente?  Viviamo in una città dove c’è molta corruzione, appalti in odore di mafia, massonerie; dove nella banca principale spariscono decine di milioni, dove vengono protetti i preti pedofili, dove non si fa nulla contro la crisi, o per aiutare le aziende, dove si tagliano i fondi al sociale o alla cultura. Perché quindi prendersela contro di noi, che non abbiamo fatto nulla di tutto questo? Perché contro di noi che, rispetto ad altri, ci guadagniamo la pagnotta onestamente e senza recare danno ad alcuno?

Una famiglia di cinghiali
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