Buongiorno,
questa mia lettera nasce dalla necessità di esprimere un malessere in qualità di cittadina di Savona, da sempre innamorata della sua città natale, e che vede un continuo degrado della stessa: lo stesso malessere riscontrato in moltissimi concittadini. Questa giunta comunale ci ha davvero sfiniti.
Ho sempre creduto che la politica dovesse avere come fine ultimo il benessere dei propri cittadini e soprattutto dovesse tenere conto di ciò che sono le necessità reali partendo dalle fondamenta.
Avere una città sicura. Ognuno di noi deve sentirsi libero e sicuro di poter girare ogni via e di poter lasciar uscire i propri figli senza ansie. Vedere il degrado che vive in quartieri che sono stati in passato il fulcro di Savona è tristissimo. Durante il Covid pattuglie di carabinieri e poliziotti ovunque, ora dove sono? Solo a ricercare di riempire le casse del Comune facendo multe a destra e a manca. Piazza del Popolo completamente abbandonata a sé stessa, panchine che sono diventate dimore per vagabondi, senza tetto, spacciatori.
Avere una città pulita. Non esistono solo Via Paleocapa e Corso Italia. Tutte le strade di Savona, di qualsiasi quartiere devono essere lavate e pulite in rispetto delle tasse che vengono pagate da noi contribuenti, così come deve essere fornito un adeguato sistema di raccolta rifiuti. Indecente l’ultima novità: i commercianti devono lasciare ammassate fuori dagli esercizi commerciali la propria spazzatura. Bello spettacolo!
Complimenti per questa iniziativa. Per carità nessuno pretende di essere la Svizzera, ma per lo meno la creazione di un punto raccolta fornito di lucchetto e ben amalgamato con l’estetica dei quartieri, anziché valutare di spendere 900.000 euro per l’abbellimento della zona pedonale di Corso Italia, la cui chiusura ha peraltro causato solo disagi, soprattutto al traffico, che già prima era congestionato e ora assolutamente ingestibile.
Inutile avere ogni tot un’iniziativa come il rifacimento della piazza del teatro o le vie colorate, bisogna prima valutare di rendere efficiente la città.
Avere un sistema di infrastrutture che consenta di poter camminare, girare con la carrozzella o con i passeggini, andare in auto, andare in moto/scooter senza dover per forza incorrere in sbalzi improvvisi dell’asfalto, o dover ritrovarsi marciapiedi troppo stretti o troppo alti.
Recuperare strutture abbandonate che potrebbero essere sfruttate per ottimizzare lo stesso afflusso turistico. (vedi il palazzo della Banca d’Italia: farà la stessa fine dell’ex ospedale, decadente e inutilizzato per 30 anni?)
Alcune aree dismesse e degradate appaiono addirittura tipiche del sistema urbanistico dell’ex Unione Sovietica: vedasi a titolo di esempio il palazzo fatiscente di Via Luigi Corsi in corrispondenza dell’ex squadra rialzo ferroviaria, un vero miracolo di equilibrio architettonico, in spregio a tutte le norme sulla sicurezza e il decoro urbano, che evidentemente valgono solo per alcuni.
Avere un sistema di parcheggi che favorisca i residenti ovunque essi vivano, senza limitazioni di quartiere, consentendo a ciascuno di noi di non sentirsi un forestiero nella propria città, ma un privilegiato come accade in tante altre zone, anche liguri.
Avere una città che possa essere degna delle vecchie foto che con tanta malinconia e stupore si ammirano, perché il progresso non può essere abbruttimento o semplicemente introito per pochi. Creare dei quartieri che restino nel cuore dei turisti e dei crocieristi.
Se l’obiettivo di Savona è candidarsi a capitale della cultura 2027, (a meno che non si tratti, come appare a molti, di una boutade) bisogna tentare di valorizzarne al massimo le peculiarità e le caratteristiche a livello culturale: la città dei due Papi, la residenza del terzo papa Pio VII, la Cappella Sistina unica al mondo dopo quella di Roma, il Priamar dove potrebbero organizzarsi molti più eventi e mostre d’arte, il Museo della Ceramica, la Pinacoteca, ecc.
Il tutto unito ad una ricettività degna di tale nome. Non esiste nel centro di Savona un albergo decente, a parte l’NH hotel, dimostrazione che la città si sta espandendo soltanto verso il porto: chi esce dalla stazione ferroviaria crede di essere capitato in una landa desolata.
Il senso civico è difficile ritrovarlo nel prossimo se l’esempio non viene dato dalle istituzioni stesse che così facendo tendono ad esacerbare l’inciviltà.
Lettera firmata