Un po di ironia estiva. SAVONA: LA NUOVA ATENE DELLA CULTURA

Savona come Atene

Chi l’avrebbe mai detto? Tra la folla delle candidate per il prestigioso titolo di Capitale Italiana della Cultura, Savona emerge con un balzo inaspettato, sbaragliando le concorrenti con un guizzo di genio. Città ligure spesso snobbata, ingiustamente dimenticata tra le perle della Riviera, Savona si riscopre improvvisamente centro pulsante di cultura e sapere. Ironico? Forse, ma procediamo con ordine.
La Biblioteca Comunale in attesa di essere trasferita, fino a ieri ignorata persino dai piccioni, diventa il nuovo epicentro del sapere. I libri polverosi trovano finalmente mani ansiose di sfogliarli, mentre i savonesi, fino a ieri indaffarati a lamentarsi del traffico, si scoprono avidi lettori di Tolstoj e Dostoevskij. Le panchine del parco cittadino non sono più teatro di pensionati assorti nel nulla, ma di appassionate discussioni su Kant e Hegel. E chi l’avrebbe mai detto che sotto quella patina di tranquillità si nascondesse un popolo di filosofi?
L’Arte? Non è da meno. Il Priamar, antica fortezza fino a ieri utilizzata come set per le foto delle comunioni, diventa il Louvre della Liguria. Tra le sue mura riecheggiano i passi di critici d’arte che, armati di occhiali dalla montatura spessa, si dilettano in interminabili disquisizioni sulle nuove installazioni di arte contemporanea. E i savonesi, fino a ieri esperti solo di focaccia e farinata, si rivelano improvvisamente conoscitori di correnti artistiche sconosciute persino a Andy Warhol. Picasso chi?
E che dire del Teatro Chiabrera? Palcoscenico di melodrammi e commedie all’italiana, ora diventa il covo delle avanguardie teatrali europee. Le serate savonesi, un tempo dominate da sagre e feste dell’Unità, si trasformano in raffinate rappresentazioni di opere sconosciute e incomprensibili, con gli spettatori che annuiscono saggiamente, come se avessero finalmente compreso il vero significato dell’arte. Chi avrebbe immaginato che sotto quei cappelli di paglia si celassero critici teatrali in erba?
Non dimentichiamo la gastronomia! Savona, patria della farinata e del chinotto, si lancia in avanguardie culinarie degne della Guida Michelin. I ristoranti, un tempo rinomati per le porzioni generose e i prezzi popolari, offrono menù degustazione da otto portate, con piatti dai nomi impronunciabili e porzioni microscopiche. I savonesi, tradizionalmente diffidenti verso tutto ciò che non è almeno un po’ unto, si trasformano in fini intenditori di fusion cuisine. E chi l’avrebbe mai detto che il palato savonese potesse essere così sofisticato?
Ma il vero trionfo della cultura savonese si celebra nelle strade: cortei di intellettuali, sfilate di filosofi, flash mob di poeti. La città, un tempo regno incontrastato della calma piatta e delle partite a bocce, si anima di una vibrante vita culturale. I giovani, che fino a ieri si accontentavano di serate al bar, si dedicano ora a letture pubbliche di poesie ermetiche, a performance artistiche improvvisate e a dibattiti filosofici sul senso della vita. E i vecchietti, che fino a ieri discutevano del tempo, ora si sfidano a colpi di citazioni filosofiche. Chi avrebbe mai immaginato tanta erudizione?
E non possiamo non menzionare il sindaco e l’assessore alla cultura. Il sindaco, fino a ieri impegnato in ordinaria amministrazione e tagli di nastri, ora si trova a inaugurare mostre d’arte contemporanea e a presenziare a conferenze di alto profilo. L’assessore alla cultura, che fino a poco tempo fa combatteva per ottenere fondi per le attività culturali, ora si trova al centro di un rinascimento intellettuale senza precedenti. Entrambi, con un misto di orgoglio e incredulità, guidano questa rinascita culturale, trasformando Savona in un faro di eccellenza. Chi l’avrebbe mai detto che dietro quei volti seriosi si nascondesse tanta passione per l’arte?
E poi c’è il nostro sindaco, fino a ieri impegnato a destreggiarsi tra buche stradali e inaugurazioni di parcheggi. Ora si trova a tagliare nastri per mostre d’arte contemporanea e a presiedere conferenze su Kafka e l’esistenzialismo. Lo vediamo con occhiali da intellettuale, sfoggiare citazioni latine a ogni occasione e sorseggiare caffè filosofico con fare meditativo. L’assessore alla cultura, invece, fino a poco fa era noto per le sue battaglie per ottenere qualche fondo per le attività culturali. Ora, come un novello Mecenate, distribuisce sovvenzioni a destra e a manca, e si aggira per le strade di Savona con l’aria di chi ha scoperto la Pietra Filosofale dell’arte.
Savona Capitale della Cultura? Perché no! In fondo, se anche una cittadina tranquilla e placida può riscoprirsi fulcro di intellettualismo e avanguardia, allora davvero tutto è possibile. E chissà, magari il prossimo premio Nobel per la Letteratura parlerà con l’accento savonese e si concederà una pausa dal suo discorso citando l’ispirazione ricevuta tra le strade di questa inaspettata capitale della cultura. E i savonesi, con un sorriso ironico, potranno dire: “Noi l’avevamo sempre saputo.”

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