Fervono i preparativi per l’avvio della nuova raccolta differenziata a Savona, un’operazione che coinvolgerà migliaia di cittadini e che prevede un massiccio piano di distribuzione di materiali e strumenti per la gestione dei rifiuti. il campo sportivo “Don Nicolò Aragno” di Legino, noto anche come ex Csi è stato scelto come deposito di mastelli e bidoni
Da alcuni giorni, il personale della Sea-s (ex Ata), l’azienda che gestisce il servizio di raccolta rifiuti, ha iniziato l’allestimento dell’area, destinata a ospitare temporaneamente i contenitori e il materiale necessario per i cittadini. La campagna informativa, che prevede ben 50 incontri con la cittadinanza, è già pronta a partire, nonostante l’avvio del nuovo sistema sia già slittato di qualche mese.
Il nuovo piano prevede tre modalità di raccolta differenziata: nel centro città saranno installati cassonetti intelligenti con tessera per il riconoscimento, i condomini disporranno di batterie condominiali con chiave, mentre nelle zone meno densamente popolate si utilizzeranno i mastelli personali. La riorganizzazione del servizio appare dunque articolata e ambiziosa, ma non è questa l’unica questione che sta facendo discutere i savonesi.
La scelta del campo sportivo a Legino come deposito su Facebook, nella pagina Leze-legino, ha fatto espldere commenti di sdegno da parte dei leginesi, che si dicono indignati nel vedere quello che un tempo era un luogo di sport e aggregazione trasformato in un deposito di cassonetti della spazzatura. Le immagini del campo sportivo invaso da erbacce e pieno di bidoni hanno suscitato rabbia e amarezza tra i cittadini, riaccendendo il dibattito sulla condizione degli impianti sportivi a Savona.
Il Don Nicolò Aragno non è solo un campo sportivo in disuso: è un pezzo di storia del quartiere, un simbolo di aggregazione che per anni ha ospitato generazioni di giovani calciatori e appassionati. Ora, invece, appare come il triste emblema dell’abbandono, con un’amministrazione che sembra incapace di valorizzare il patrimonio sportivo locale. Il tutto nel più assoluto silenzio e nell’inerzia delle istituzioni.
L’episodio di Legino si inserisce in un quadro più ampio di degrado degli impianti sportivi savonesi. Diverse strutture versano in condizioni critiche, tra mancanza di manutenzione e fondi insufficienti per garantire la loro fruibilità. Gli spazi destinati allo sport e alla socializzazione sembrano essere sempre meno una priorità per l’amministrazione comunale, con conseguenze evidenti sul tessuto sociale della città.
Il caso del Don Nicolò Aragno evidenzia un paradosso tutto savonese: da un lato si investe in una nuova raccolta differenziata, cercando di promuovere un miglioramento del decoro urbano, dall’altro si mortifica un’ex struttura sportiva, trasformandola in un simbolo di degrado e incuria.
I cittadini si chiedono se, oltre alle nuove modalità di gestione dei rifiuti, l’amministrazione intenda finalmente affrontare anche il tema degli impianti sportivi, restituendo ai quartieri quegli spazi di aggregazione che, un tempo, erano il cuore pulsante della comunità.
Per ora, l’unica certezza è che il campo di Legino non vedrà rotolare un pallone per molto tempo. E questo, per molti savonesi, è un vero fallimento.