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Un grido di dolore

IMPRENDITORE SAVONESE VESSATO DALLA BANCA

Vessato da un ex funzionario di banca», pressato dalla sua ex banca  che gli ha praticano per anni «tassi altisissimi».

È un grido di dolore, una disperata richiesta di aiuto quella di un imprenditore – uno tra i tanti – che è sommerso dalla crisi ma che non vuole cedere alla tentazione del suicidio. D.S. (queste sono le iniziali dell’imprenditore), 34 anni, è il titolare di una piccola ditta alimentare a Vado Ligure in Provincia di Savona; 4 dipendenti (12 nei tempi migliori) e un fatturato di 1.000.000 euro nel 2011. Un’azienda che negli ultimi tre anni ha lottato e che con fatica si sta risollevando, perché il fatturato atteso per la fine 2012 supererà di sicuro quello dell’anno precedente.

Il 13 Agosto la brutta sorpresa: Un assegno richiamato da parte di un fornitore viene ugualmente segnalato come impagato, siamo ad Agosto e le aziende si trovano chiuse per ferie, nonostante la dimostrazione dell’avvenuto pagamento, l’allora vicedirettore di una banca di Finale Ligure conferma la segnalazione al CAI  e allora D. S. giustamente prova a spiegare al funzionario che l’assegno è stato pagato, niente da fare, allora D.S. le resta che affermare: «Facendo così mi fate chiudere in un momento in cui ci stiamo risollevando».

L’’imprenditore fa presente il momento di difficoltà che versano un po tutte le aziende  e il fatto che il tasso di interessi su scoperto applicatole  si e sempre assestato  tra il 16,45% e il 17,45%. Inoltre gli è stato fatto elargire una indennità per sconfinamento pari a 25,00 €uro al giorno.

D.S. si è rivolto all’associazione FerderItalia Antiusura con sede a Parma, che ha da subito preso a cuore il problema del giovane imprenditore.

«Per la mia azienda se la banca continuerà con questo atteggiamento e non mi toglierà la segnalazione al CAI sarà la morte immediata ed io non voglio suicidarmi, tempo fa preso dalla disperazione ero scappato ma poi la famiglia, gli amici mi hanno convinto al ritorno a casa. “Ora  voglio lottare fino all’ultimo per la mia ditta e per le famiglie che grazie ad essa vivono” racconta D.S. Ci si augura che grazie a questa denuncia avverrà la  sospensione immediata dell’azienda dal registro CAI.

La lotta di  D.S  è impari perché combatte su due fronti: da un lato la banca, dall’altra purtroppo il danno di dover spiegare a tutti i suoi fornitori la situazione. D.S non si limiterà a questo e appena sarà pronto tutto l’iter delle autorizzazioni anche a Savona grazie al lavoro di tanti amici imprenditori nella stessa situazione di D.S  prenderà vita un ufficio di FederItalia. D.S ribadisce il fatto che basta avere  un problema con una banca o con Equitalia e tutti gli Istituti di credito ti voltano le spalle. D.S con suo papà  vanno  avanti con gli incassi, senza leasing, fidi o finanziamenti come stanno facendo migliaia di imprese strette nella crisi.  D.S. ammette di non essere stato certo un modello negli adempimenti fiscali e bancari , “ma la scelta era tra il far sopravvivere l’azienda e pagare fino all’ultima lira la montagna di tasse che gravano sulle aziende”. D.S chiede la  solidarietà di tutti gli enti preposti perché a questo modo la Liguria sta morendo e lancia un messaggio a chi leggerà la sua storia: “Non ammazzatevi perché la vita è più importante dei soldi e dell’azienda. Ma lo Stato rispetti la dignità di chi ha sempre lavorato. Urge un aiuto, o la mafia farà incetta di aziende in difficoltà che cercano di superare la crisi“. 

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