Un cittadino scrive al Sindaco

Gent.mo Sig. Sindaco,
mi chiamo Pomerano Franco, e sono un Suo concittadino, uno dei tanti. Sono ormai nonno e non scrivo più lettere a Babbo Natale da diversi lustri, ma con lo stesso spirito, forse ingenuità, sincera e candida fiducia, scrivo a Lei, Signor Sindaco.
Mi rivolgo a Lei, quale Primo cittadino, già rassegnato in partenza, ben sapendo di non darle una notizia, e neppure di poterle chiedere tout court una Sua risposta, ma semplicemente di renderla consapevole, qualora ce ne fosse bisogno, della constatazione di una triste realtà che purtroppo nessuna Amministrazione che l’ha preceduta ha mai saputo, o voluto adeguatamente affrontare, e che ora ha assunto livelli veramente vergognosi ed inaccettabili, tanto da meritarsi pienamente il triste epiteto di SAVONA, E’ UN COMUNE SPORCACCIONE.
Fatta questa prima, semplice, ovvia, doverosa ed evidente constatazione, non ci si può però astrattamente limitare ed imputare un simile insulto solo ed indiscriminatamente ad una istituzione come è il nostro
Comune.
L’equazione che viene subito spontanea è che se SAVONA E’ UN COMUNE SPORCACCIONE, lo sono pure i suoi abitanti, e quindi, pur invocando le possibili attenuanti (che spesso però rischiano anche di essere degli
ingannevoli alibi), di un servizio di pulizia carente, o comunque non eccepibile, i veri sporcaccioni siamo noi: sì: i savonesi, e mi scusi, compreso Lei, Sig. Sindaco, Lei, il Primo cittadino.
Non fosse altro perché, di fatto, siamo rassegnati ad una città sporca e sconsolati, o perché siamo menefreghisti, comunque, a mio avviso, i veri responsabili siamo sempre noi, non fosse altro perché accettiamo supinamente questa realtà, non facciamo niente per combatterla, e che quindi a buon titolo: ci appartiene.
La dimostrazione evidente di questa considerazione è che quando una problematica ci sta veramente a cuore, e qui gli esempi sono veramente tanti: di impegno collettivo ed istituzionale, di determinazione e di
intraprendenza verso le giuste “buone battaglie”, per le quali ci sono state vere e proprie adesioni di massa: no alla guerra!, no alla violenza sulle donne!, no al rigasificatore!, no al fascismo!, ecc. ecc.
Gent.mo Babbo N., ops Sig. Sindaco, lascio a Lei l’auspicio finale di questa mia breve lettera, affinché ci possa coinvolgere tutti in una “rivoluzione copernicana” che possa far sì che Savona cambi volto, o almeno si possa
dare una decorosa pulizia. Le assicuro che se tale titanica impresa Le riuscisse, oltre a riscuotere l’ovazione popolare e la riconoscenza universale della popolazione savonese, passerebbe davvero agli annali della storia,
per lo meno quella savonese.
La ringrazio in anticipo, per la Sua attenzione, mi scuso per l’eventuale involontaria irriverenza, e le auguro di cuore a Lei e a tutta la Sua Giunta un buon Santo Natale e Buon Anno.
FRANCO POMERANO

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