Molti nemici molto onore.
Questa frase è di un generale tedesco appartenente al Sacro Romano Impero, ripresa e riutilizzata pedissequamente da molti dopo di lui.
Oggi casca a fagiolo per analizzare brevemente la figura di Giuseppe Conte, presidente del Movimento 5 Stelle eletto a stragrande maggioranza dal popolo iscritto e laureatosi sul campo quale condottiero degli ultimi cinque anni di storia politica italiana.
Ho provato a stilare una lista di tutti i personaggi mediatici che in questi anni hanno gettato fango su Conte e ne è scaturita una sfilza da rotolone regina. Vado in ordine cronologico, riassumendo.
Matteo Salvini
Nell’agosto del 2019 da vicepresidente del Consiglio nel Governo Conte 1, dopo aver sottoscritto un patto di governo lancia un’invettiva alcoolica e sconclusionata dal Papeete Beach di Milano Marittima.
Giuseppe Conte smonta pezzo a pezzo la figura di Salvini in un epico lungo discorso in Parlamento aprendo così la crisi di governo. Uccide politicamente il leader della Lega.
Ma lo abbiamo dimenticato.
Matteo Renzi
Il secondo Matteo arriva a ruota.
Dapprima favorisce la nascita del Governo Conte 2 per poi pentirsi quindici mesi dopo ritirando i suoi due ministri (Bellanova e Bonetti) di fronte ad un Presidente della Repubblica Mattarella ignavo e silente.
Giuseppe Conte si ritira in buon ordine dopo aver chiesto, inascoltato, un gesto di responsabilità da parte di tutti gli attori in scena.
Ma lo abbiamo dimenticato.
Fra i due Mattei
In mezzo a queste disgrazie umane, c’è la minaccia che arriva dalla Cina: il Covid.
Siamo il primo Paese europeo a piangere amici, parenti, concittadini e a dover fronteggiare la situazione sanitaria; negli occhi abbiamo i morti, le terapie intensive, la corsa al vaccino, le speculazioni farmaceutiche ma anche i no vax, i salotti televisivi, la scuola a distanza, le strade vuote, ancora i morti e i pochi sopravvissuti.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte dimostra grande senso di responsabilità affidandosi alla scienza medica; periodicamente alla sera si presenta in televisione per tenere al corrente gli italiani sugli sviluppi drammatici ma anche degli spiragli che lentamente si aprono.
Ma lo abbiamo dimenticato.
Mario Draghi
Entra in scena il Salvatore della Patria: l’Uomo che Aveva le Occhiaie prima di Cominciare a Lavorare.
Draghi è acclamato dall’establishment (ma guarda…!) e, siccome gran parte della stampa e le tivvù ci hanno detto che Conte ha fatto disastri, il popolo bue (e deputati e senatori altrettanto bovini) lo acclamano con altrettanto entusiasmo, lui seduto sulla poltrona imbottita di dollari e noi col culo appena sopra la terra.
Essì, perché lo scarso Giuseppe Conte era appena riuscito ad incassare 209 miliardi dall’Europa (gran parte dei quali a fondo perduto) e dunque l’oculato Draghi ci avrebbe messo mano, oculatamente.
Beppe Grillo 1
Il fondatore del Movimento si trova di fronte ad un dilemma: deve buttare un figlio dalla torre e sceglie il suo figlio politico.
Grillo dichiara che Draghi è grillino e costringe Giuseppe Conte ad entrare nel Governo più becero e maldestro della storia repubblicana. Fuori solamente Giorgia Meloni che dopo un anno e mezzo passa all’incasso.
Ma lo abbiamo dimenticato.
Luigi Di Maio e co.
Gigino fa il salto della quaglia, sodomizza Conte e si fa sodomizzare da Draghi. Il risultato è che Gigino e una sessantina di desperados tradiscono il Movimento 5 Stelle e tutti coloro che li avevano sostenuti, centinaia di migliaia di elettori fiduciosi nella buona fede dei singoli; ma si sa, uno vale uno se quell’uno sei tu ma se sono io uno vale tutti.
Risultato? Gigino & co. finiranno dimenticati e allo sbando (dopo però aver guadagnato centinaia di migliaia di euro) ma Gigino, a differenza degli altri, avrà anche il paracadute: oggi è Rappresentante Speciale dell’Unione Europea per la regione del Golfo (?!?!).
Ma lo abbiamo dimenticato.
Giorgia Meloni
Insediatasi a Palazzo Chigi, la Giorgia Nazionale si scaglia contro i governi Conte 1 e Conte 2.
E il reddito di cittadinanza? E il superbonus? E la spazzacorrotti? ah no, quella l’ha fatta con Salvini…. E i pantaloni alla zuava? meglio fare buon peso!
Attenzione! Meloni tace le magagne che l’Uomo che Aveva le Occhiaie prima di Cominciare a Lavorare è riuscito a combinare in poco tempo e con così tanta nonchalance.
I dati sulla crescita economica e sulla situazione reale del Paese (purtroppo per Meloni) danno ragione a Giuseppe Conte ma la stampa più accreditata, la RAI e Mediaset fanno propaganda per il neo Premier (un uomo che appare come una donna ma che vuol essere chiamata al maschile).
Ma lo abbiamo dimenticato.
Beppe Grillo 2
A poche ore dall’apertura delle urne per le Regionali 2024 in Liguria, Giuseppe Conte comunica che il garante non percepirà più 300.000 euro all’anno quindi non sarà più garante. Questi denari provenivano dalla cassa che gli iscritti rimpinguano abitualmente con piccole donazioni.
Se pensiamo che nel contempo ha avuto inizio la Costituente per rinnovare il Movimento, a Grillo viene un coccolone, gli viene meno la terra sotto i piedi e – per vendicarsi come è capace – indica ai suoi fedelissimi (quelli che lo hanno stipendiato profumatamente per anni) di votare Morra oppure di appoggiare qualche lista civetta di centrodestra. Questi ci cascano, Grillo non vota neppure, loro votano tradendo il M5S e la frittata è fatta.
Questo non lo abbiamo ancora dimenticato.
Ponte Morandi
Lascio in calce l’ultimo appunto.
La triste vicenda del crollo del Ponte Morandi con le sue 43 vittime innocenti, risuona ancora nell’aria. Ogni volta che attraverso il nuovo Ponte San Giorgio non riesco a non pensare ciò che accadde e che solamente grazie alla sensibilità del Premier Giuseppe Conte, la città di Genova ha avuto in tempi brevi una nuova struttura che ricorda il fallimento di Autostrade Spa e la voglia di ricominciare di un’intera regione.
Conte affidò i denari e il coordinamento dei lavori a Giovanni Toti e a Marco Bucci, allora presidente della Regione Liguria e sindaco di Genova, naturalmente sotto la lente di Palazzo Chigi.
A dimostrazione che le persone serie non guardano il colore delle bandiere. Perché le bandiere sono per chi fa la guerra, non per chi vuole la pace.
Dario Caruso
da iltempodellasemina il 1 novembre 2024