Turismo

Un requiem per il turismo

Nell’ordine da sinistra a destra sono immortalati Carlo Scrivano, Marco Marchese, Franca Cappelluto, Alberto Orso e Domenico Abrate. La foto centropagina della Stampa di oggi è incorniciata da farneticazioni dei suddetti, seduti all’ennesimo tavolo sul turismo, che non c’è, non decolla, e cercano di spiegare come ha diligentemente riportato Roberto Pavanello, il perché e il percome. Marcia di protesta degli albergatori, apertura trecento giorni l’anno, destagionalizzazione…un delirio inconsapevole. Sarà opportuno ricordare ai rappresentanti (non solo a quelli degli albergatori, ma anche a quelli del commercio, degli stabilimenti) alcuni dei motivi che stanno (uso il presente anche se sto parlando di un cadavere:il turismo) trascinando il turismo e non solo verso il baratro. Si potrà usare il termine default anche per il turismo? Ma sì, perché no, cerchiamo di essere immaginifici e realistici. La cosa che è più scandalosa di queste tavole è che rimandano ad altri tavoli. Si dimenticano della disoccupazione, degli esodati, dei cassintegrati, dell’’aumento delle accise dei carburanti, constante come lo spread. Si dimenticano gli aumenti dei prezzi di tutto. Autostrade, Enel, gas, dell’Imu che incombe. Si dimenticano che quanto detto in questa tornata è esattamente lo stesso che avevano detto l’anno scorso e due anni fa. Si dimenticano… che ci vogliamo fare? Intanto adesso fanno una marcia. Ma perché non prendono un treno e vanno a Lourdes, dove gli alberghi ci sono, i parcheggi anche e il turismo (passatemi l’espressione ma nel paese d’oltralpe oltre che all’anima pensano anche ai gadget) non muore mai.

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