La consigliera Rita Scotti di Altare ha raccolto le proteste dei cittadini e ha lanciato una raccolta firme per fermare quella che è stata definita “l’invasione dei parchi eolici”. La combattiva consigliera comunale ha inoltre presentato una mozione per chiedere una “moratoria immediata sui nuovi impianti”, sottolineando la necessità di una pausa di riflessione prima di approvare ulteriori progetti.
La Val Bormida, con le sue colline e i suoi crinali esposti ai venti, è diventata un punto di riferimento per gli investitori del settore eolico. Negli ultimi anni sono stati approvati numerosi progetti di parchi eolici, alcuni già operativi, altri in fase di valutazione o di costruzione. Il risultato? Un numero crescente di pale eoliche che svettano sui rilievi della zona, trasformando radicalmente il panorama e sollevando interrogativi sulla sostenibilità di un’espansione così massiccia.
Uno dei principali problemi sollevati riguarda l’impatto ambientale che i parchi eolici possono avere su un territorio fragile come quello della Val Bormida. Le associazioni ambientaliste mettono in guardia sui rischi legati alla perdita di habitat naturali per la fauna locale, al disboscamento necessario per la costruzione delle infrastrutture e agli effetti sul microclima della zona. Inoltre, si teme che la crescente industrializzazione del paesaggio possa penalizzare settori come il turismo e l’agricoltura, da sempre pilastri dell’economia locale.
Dal punto di vista paesaggistico, la presenza di decine di pale alte oltre 100 metri modifica profondamente l’identità della valle. Se in piccole quantità gli impianti eolici possono essere integrati nel contesto naturale, un’eccessiva concentrazione rischia di compromettere il valore estetico e culturale della zona.
Molti residenti della Val Bormida esprimono preoccupazione per il proliferare di progetti eolici, chiedendo maggiore trasparenza nei processi decisionali e una più attenta pianificazione territoriale. “Non siamo contrari all’energia rinnovabile, ma non possiamo diventare una discarica di pale eoliche,” commentano alcuni comitati locali.
Anche alcune amministrazioni comunali iniziano a prendere posizione, evidenziando la necessità di trovare un equilibrio tra la produzione di energia e la tutela del territorio. Alcuni sindaci hanno chiesto una revisione dei criteri di concessione per i nuovi impianti, puntando su una distribuzione più razionale e su maggiori compensazioni per le comunità coinvolte.
Il tema dei parchi eolici in Val Bormida è destinato a rimanere al centro del dibattito nei prossimi anni. Se è vero che la transizione energetica è un obiettivo imprescindibile, è altrettanto vero che le scelte devono essere ponderate, coinvolgendo le comunità locali e garantendo un reale beneficio per il territorio.
Forse la vera sfida è proprio questa: trovare un equilibrio tra innovazione e rispetto dell’ambiente, evitando che la corsa all’eolico trasformi la Val Bormida in un territorio sacrificabile in nome della sostenibilità. Come sottolinea Rita Scotti, “il futuro della nostra valle non può essere deciso senza ascoltare la voce di chi in queste valli vive e lavora ogni giorno.”