Tra il dire ed il fare c’è di mezzo l’amministrare (parte terza)

Nei disegni originali dell’Amministrazione Caprioglio, la visione di città ed il suo sviluppo avrebbero dovuto essere ben diversi.
Non potendo, per regolamento, argomentare in merito all’azione amministrativa (lo potrò e vorrò fare ad elezioni svolte) di Giunta e Consiglio uscenti, mi soffermerò sulla situazione del nostro capoluogo dopo diciotto anni ininterrotti di amministrazione di centro sinistra.
Tra squilibrio di bilancio del 2016, crediti divenuti inesigibili e fondi mai accantonati in materia di derivati, il biglietto di benvenuto al neo eletto Sindaco conteneva un debito non previsto di 15 milioni di euro! Ovviamente, non si parla del debito consolidato – circa 98 milioni all’epoca – ma di extra emersi dalle succitate voci.
“Sono argomenti triti e ritriti, non si parla d’altro da 5 anni!” potrebbe dire qualche lettore.
Da parte mia credo che sia stato detto e, soprattutto, pubblicato dai media locali troppe poche volte: sensa palanche nu se fa ninte!
Inoltre, non sempre dai giornali sono emerse situazioni collegate altrettanto difficili o, quantomeno, non vi è stato dato il giusto spazio e la corretta importanza. Tra le altre i preme ricordare le seguenti.
ATA, la municipalizzata partecipata all’85% dal Comune, si presentava più o meno evidentemente con un debito di 14 milioni di euro e con un corredo di macchinari e attrezzature oramai troppo datati senza possibilità di ricambio, grazie ad una serie di scelte gestionali improprie, così come improprie sono state alcune spese, già elencate pubblicamente.
La copertura della discarica di Cima Montà, un pesante onere obbligatorio per legge, non era mai stata effettuata né i fondi mai stanziati.
Il parcheggione di Piazza del Popolo si scoprì non essere proprietà del Comune, in quanto le dette amministrazioni di centro sinistra avevano solo accordi informali con i proprietari.
Sotto silenzio dell’allora Giunta Berruti e di tutti i media, i savonesi si sono silentemente ritrovati la spada di Damocle del bitume, con la previsione di silos a pochi metri dal centro, sul loro capo.
Potrei andare avanti a lungo ma temo di approfittare troppo dello spazio che Uomini Liberi mi concede e di annoiare gli amici lettori.
E’ però doveroso ricordare la mancata sostituzione delle essenze (solo in Piazza del Popolo contai due dozzine di alberi mancanti), la mancanza di pianificazione per la manutenzione dei parchi urbani, la scarsa manutenzione nelle scuole e nelle palestre pubbliche, il contratto incredibilmente oneroso per la gestione della piscina ed il mancato rimpinguimento (quando ancora si poteva fare) del personale.
Una situazione non ideale per incominciare un nuovo progetto politico.
 Alessandro  Venturelli
[continua]
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