Ricapitolando, abbiamo argomentato come l’avvio della Amministrazione Caprioglio, cinque anni or sono, si è trovata dinanzi ad una serie di difficoltà, alcune note, altre non analizzate accuratamente in campagna elettorale e molte praticamente impossibili da conoscere a priori.
Limiti burocratici e regolamentari, bilancio fuori controllo, municipalizzata in default (e con un carico di spese improprie), personale rimasto in numero insufficiente e necessità di disinnescare mine pronte ad esplodere (trasferimento del mercato per via dell’affaire Piazza del Popolo, situazione dei chioschi nonchè emergenza sicurezza nella stessa, continue deroghe sull’utilizzo dei forni crematori, tariffe dei canoni mai ritoccate da decenni, degrado di edifici pubblici, municipio in primis) avrebbero purtroppo fatto prendere una piega indesiderata al mandato.
Una città, quella ereditata dall’attuale Sindaco, in piena discesa socio economica, che ha visto tra le altre cose, durante l’Amministrazione Berruti (questo non imputabile alla giunta, intendiamoci) l’abbandono di Banca d’Italia e l’accorpamento del porto con quello di Genova grazie alla riforma PD – Del Rio, che vanno di pari passo con il depotenziamento del Provveditorato agli Studi e di altri organi.
Senza elencare, per i soliti motivi ragolamentari oramai già noti al lettore, quanto fatto dall’amministrazione uscente, è evidente che sugli aspetti per i quali c’era margine di manovra, la situazione odierna non è parimenti tragica.
Compito del futuro sindaco e della sua squadra non sciupare gli sforzi fatti da Giunta, Consiglio e da tutti i cittadini, avendo finalmente gli strumenti per una, seppur difficoltosa, ripartenza della nostra città che deve essere propria della politica.
Alessandro Venturelli