TPL Linea e il Piano Industriale: tra promesse e proclami

Questa mattina, con grande clamore e pompa magna, l’assemblea dei soci di TPL Linea ha approvato il tanto atteso piano industriale 2025-2033. Uno strumento strategico che, a detta loro, promette di rivoluzionare il trasporto pubblico con innovazione, sviluppo ed efficientamento. Detto così, sembra l’inizio di una nuova era di mobilità futuristica. Eppure, leggendo tra le righe, emerge più un esercizio di retorica che una concreta rivoluzione.

Accessibilità: Si parla di sviluppare soluzioni per tutti i tipi di utenza e ampliare l’offerta e i servizi. Ma cosa ci sarà di nuovo?
Mobilità integrata e intermodalità: Finalmente il progetto dei parcheggi scambiatori! Ma scambiatori con cosa? Con la pazienza degli utenti che cercano di capirne il funzionamento? Le sinergie tra sosta e trasporto suonano bene, ma spesso si traducono in un labirinto di regole incomprensibili.
Digitalizzazione e sicurezza: Un’app dedicata, informazioni in tempo reale e bigliettazione elettronica. Sulla carta tutto è splendido. Speriamo che nella pratica l’app non si blocchi e che i sistemi dialoghino davvero tra loro, evitando di lasciare gli utenti a disperarsi nel tentativo di acquistare un biglietto elettronico.
Sostenibilità ambientale: Grande enfasi sul rinnovo del parco mezzi con autobus elettrici e a metano, ma forse è il caso di rottamare quei vecchi carri armati a gasolio che sputano più fumo di una ciminiera.
Sostenibilità economica: Questo punto rimane il più criptico. Si parla di “creare valore per il territorio e i cittadini”. Traduzione: far pagare ai dipendenti e agli utenti il mantenimento dei conti in ordine. La vera sostenibilità, del resto, è quella di far quadrare il bilancio aziendale, non certo di migliorare la qualità della vita dei lavoratori. La “creazione di valore” per il territorio è un concetto così vago che si può applicare a qualsiasi cosa.
Centralità dei dipendenti: Welfare aziendale, formazione continua e percorsi di crescita professionale. Parole belle e altisonanti, ma alla fine la centralità dei dipendenti sembra essere solo quella di far quadrare i bilanci aziendali sulle loro spalle.
Non potevano mancare gli entusiasmi istituzionali. Il sindaco di Savona, Marco Russo, e il presidente della Provincia, Pierangelo Olivieri, hanno dichiarato: “Siamo molto soddisfatti del lavoro che il CdA sta portando avanti”. Bene, signori, siamo felici per voi. Peccato che la soddisfazione dei cittadini sia decisamente meno evidente.
Quando si parla di una “fase di cambiamento della mobilità” e di un “importante ruolo del servizio pubblico”, viene il dubbio che il cambiamento sia più una questione di forma che di sostanza.
Vincenzo Franceri, presidente di TPL Linea, ha aggiunto: “Il cliente e le esigenze della collettività sono il fulcro di ogni iniziativa”. Parole che suonano bene, ma gli utenti dei mezzi pubblici sanno quanto spesso ci si senta più un problema che una priorità.
A quanto pare il piano industriale non è farina del sacco del CdA, ma del direttore generale. Tuttavia, i riflettori rimangono puntati sempre sui soliti noti.
Ancora una volta si procede con chiacchiere, distintivi e grandi proclami. La speranza è che, questa volta, tra le righe dei comunicati stampa si nasconda davvero un briciolo di sostanza

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