Tpl Linea, ancora tensioni sul lavoro: sciopero di quattro ore l’1 aprile

Savona – Nessuna sorpresa, purtroppo, per i lavoratori di Tpl Linea: la tensione resta alta, gli accordi latitano e il risultato è l’ennesimo sciopero. Il primo di aprile, i dipendenti incroceranno le braccia per quattro ore, mandando un segnale chiaro all’azienda e alle istituzioni. Un pesce d’aprile? No, piuttosto la conferma di un copione già visto e rivisto, in cui il dialogo sembra essere l’unico assente ingiustificato.

Lavoratori in agitazione: il nodo delle relazioni sindacali Alla base della protesta, l’ormai cronica difficoltà nel mantenere corrette relazioni sindacali e industriali. I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal, Sial Cobas e Ugl Fna, insieme alla Rsu aziendale, contestano la gestione unilaterale delle decisioni da parte della società. Secondo i rappresentanti dei lavoratori, l’azienda sta procedendo senza confronto su temi centrali come l’organizzazione del servizio, le mansioni del personale e i reparti strategici.

In particolare, desta preoccupazione la riorganizzazione imposta nei settori della verifica dei titoli di viaggio, del rimessaggio e lavaggio autobus, delle biglietterie e delle mansioni dei conducenti. «Si tratta di ambiti che devono rientrare nella contrattazione aziendale di secondo livello – tuonano i sindacati – e non possono essere imposti dall’alto senza un dialogo serio con i lavoratori».

Posti di lavoro e assunzioni: troppe incertezze Oltre alle modalità di lavoro, un altro fronte caldo riguarda il numero degli occupati. Le organizzazioni sindacali denunciano la necessità di ripristinare adeguati livelli occupazionali per garantire la qualità del servizio. Troppe le incognite sul personale viaggiante e sull’affidamento dei servizi, con il rischio di un progressivo impoverimento della forza lavoro e, di conseguenza, del servizio offerto agli utenti.

I lavoratori chiedono inoltre alla direzione aziendale di chiarire la propria posizione in merito agli accordi già siglati con gli enti locali, in particolare il contratto di servizio stipulato con la Provincia di Savona nel gennaio 2023 e il Protocollo di Intesa con il Comune di Savona firmato a maggio dello stesso anno. Due documenti che avrebbero dovuto garantire stabilità e programmazione, ma che invece sembrano essere finiti nel dimenticatoio.

Un piano industriale fantasma Ma il grande assente in questa partita è il piano industriale. Per i sindacati, l’azienda non ha ancora definito un documento chiaro e strutturato per l’ammodernamento del parco mezzi, la gestione delle risorse e la sicurezza del servizio. Una mancanza grave, che mette a rischio non solo il futuro dei lavoratori, ma anche quello del trasporto pubblico locale.

L’ultima goccia: nuove mansioni senza confronto A rendere la situazione ancora più tesa è la decisione unilaterale di affidare ai conducenti la verifica dei biglietti e la gestione del personale addetto alla rimessa e al lavaggio degli autobus. Un compito aggiuntivo che, secondo i rappresentanti sindacali, viola la normativa sulle prestazioni indispensabili e peggiora ulteriormente le condizioni di lavoro.

«Non possiamo accettare questa deriva autoritaria», dichiarano i sindacati, ribadendo che la mobilitazione non si fermerà finché non verranno aperti veri tavoli di confronto.

Il primo appuntamento è per l’1 aprile: quattro ore di sciopero per dire basta. Resta da vedere se l’azienda deciderà di affrontare il problema o di continuare a fare orecchie da mercante. Ma a pagare il prezzo più alto, come sempre, saranno i lavoratori e gli utenti del trasporto pubblico.

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