Mancanza di misuratore al camino, nessun investimento, non raggiungimento delle MTD: la Tirreno Power non collabora con quanto chiesto dai giudici, i quali non possono permettere la “reiterazione di un reato”.
L’Unione Industriali ci dica se si possa ancora vivere in uno Stato di diritto, o se preferisce che alcune aziende possano agire sciolte dalle regole che valgono per tutte le altre e a danno della collettività.
La Rete manifesta la più completa e convinta solidarietà al Procuratore Granero, e chiede a istituzioni, industriali, sindacalisti e principali partiti di fare altrettanto, a difesa dell’indipendenza della Magistratura. In merito….
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…. alle dichiarazioni di ieri dell’Unione Industriali, la Rete ritiene che non sia affatto vero che Tirreno Power si sia adoperata per andare incontro alle richieste del Giudice (il quale non può permettere la “reiterazione di un reato”) dato che per esempio l’azienda: 1 – risulta non voler rispondere sul punto più cruciale (le misurazioni al camino); 2 – dichiara a mezzo stampa di voler investire, ma poi nei documenti tali investimenti risulterebbero inesistenti (sia sul nuovo che sui vecchi gruppi); 3 – non raggiungerebbe da subito i livelli di MTD, ma forse tra due anni (anche se da quanto risulta dal progetto nemmeno fra due anni sarebbero raggiunti tutti punti delle MTD). A proposito, chiediamo all’Unione Industriali di Savona se sia a conoscenza che l’AIA concessa nel 2012 presentava numerosi e vistosi sforamenti sul valore massimo delle linee guida europee sulle Migliori Tecnologie Disponili (con monossido di carbonio addirittura il 500% superiore rispetto ai valori massimi previsti) e che anche nel progetto presentato da ultimo da Tirreno Power ci sono dei valori superiori alle MTD, che potranno essere comodamente verificati sui documenti ufficiali certamente in possesso dell’Unione. A Guglielmelli che implicitamente critica i Magistrati chiedendosi polemicamente se si può ancora fare azienda a Savona, domandiamo altrettanto polemicamente se l’Unione Industriali ritenga che si possa ancora vivere in uno Stato di diritto, o se preferisce che alcune aziende possano agire indisturbate senza rispettare le regole che valgono per tutte le altre e a danno della collettività. Con riferimento poi alle dichiarazioni di una sindacalista che ha riferito alla stampa: “non conosco una centrale che con gli opportuni adeguamenti sia uscita di produzione”, invitiamo quest’ultima ad informarsi meglio su casi di altre centrali elettriche con analoghe problematiche. Ad esempio per la centrale Tirreno Power di Civitavecchia (curiosamente stessa proprietà) è avvenuto che il sindaco, a fronte di un gruppo dell’impianto per cui era prevista l’assegnazione per i primi due anni di vigenza dell’AIA di alcuni limiti emissivi superiori a quelli previsti dalle MTD (anche qui giustificati con l’attesa di miglioramenti futuri) ha ritenuto che questa deroga avrebbe avuto l’effetto di esporre la popolazione a livelli di emissione che “possono e debbono essere ridotti nell’immediato” e quindi ha formulato come prescrizione il divieto di funzionamento di quel gruppo a carbone. (**) Stessa azienda, problema molto simile: ma a Civitavecchia è intervenuto un amministratore avvalendosi dei suoi poteri-doveri a tutela della salute pubblica; qui a Savona è dovuta intervenire la Magistratura. E c’è qualcuno che ha pure l’ardire di criticarla. Ciascuno può trarre le debite conclusioni. Da ultimo ricordiamo che il Procuratore Capo Granero ha lanciato un allarme di minacce alla sua persona, auspicando che enti e istituzioni prendano una decisa presa di posizione (evidentemente di solidarietà) in merito alla condanna delle minacce. La Rete manifesta la più completa e convinta solidarietà al Procuratore Granero, e chiede a istituzioni, industriali, sindacalisti e principali partiti di fare altrettanto, a difesa dell’indipendenza della Magistratura, indispensabile presupposto per una serena e civile convivenza nel rispetto dei diritti di tutti i cittadini e di tutte aziende. 23 / 7 / 2014 RETE SAVONESE FERMIAMO IL CARBONE NOTE: (**) L’art. 29 quater, comma 7, del D.lgs. 152/2006 che disciplina la procedura per il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale, stabilisce che nell’ambito della conferenza di servizi di cui al comma 5, vengano acquisite le prescrizioni del sindaco di cui agli artt. 216 e 217 del regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, al pari del parere dell’ISPRA e delle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’Ambiente. Nell’ambito della procedura di AIA, le cautele che il sindaco (nella sua qualità di ufficiale sanitario), ai sensi dei citati artt. 216 e 217 del T.U delle leggi sanitarie, richiede di applicare ad un impianto che produce emissioni che possono riuscire di pericolo o di danno per la salute pubblica, entrano tra le prescrizioni dell’autorizzazione integrata ambientale. Nel caso della centrale Tirreno Power di Torrevaldaliga sud (Civitavecchia), dopo che il sindaco ha formulato come prescrizione il divieto di funzionamento di quel gruppo a carbone, la conferenza dei servizi ha preso atto della prescrizione del sindaco e non ha autorizzato la sezione TV4 della centrale. L’azienda proprietaria Tirreno Power ne ha preso atto nella dichiarazione ambientale e, in adempimento a quanto prescritto dal Decreto AIA (art.1 comma 3), l’azienda ha dichiarato ferma la sezione TV4 a decorrere dal 19 maggio 2011. |