Benito Mussolini, negli anni ’30, affermava: “Italiani popolo di eroi, di santi, di poeti, di artisti, di navigatori, di colonizzatori, di trasmigratori”.
Oggigiorno potremmo attualizzare la frase togliendo le attività oramai passate di moda di navigatori, colonizzatori e trasmigratori, sostituendole con le nuove professioni più in voga in questi ultimi tempi: “politologi e virologi”.
Riguardo alle prossime elezioni regionali liguri, non occorre essere politologi, o virologi, per comprendere come, rispetto a due mesi orsono, il mondo sia cambiato.
Se, fino al Febbraio ultimo scorso, la riconferma del presidente Giovanni Toti era un dato scontato, oggi tale certezza si è sciolta come neve al sole ed i segnali del profondo nervosismo che regna nel centrodestra sono facilmente intuibili.
In primo luogo, gli attuali responsabili politici della sanità ligure stanno tenendo un insolito basso profilo, nel timore che i tagli, pardon, le razionalizzazioni (sic!), applicati negli ultimi decenni all’intero comparto sanitario ligure, vengano addebitati esclusivamente agli ultimi arrivati. In più, “di sti” tempi, con quello che sta succedendo nelle varie regioni italiane in merito ai “casini” commessi nella gestione del coronavirus, c’è poco da stare allegri.
In secondo luogo, gli arancioni (chiamiamoli ancora così, anche perché gli aderenti ad un partito di nome Cambiamo, come dovremmo chiamarli: CAMBIAMOLI ?) hanno avviato da tempo, in provincia di Savona, una vera e propria caccia a potenziali “portatori sani di voti” da inserire nella lista, nella pia illusione che costoro apportino quella linfa vitale di preferenze, in grado di permettere il superamento del quorum minimo necessario per consentire al consigliere Vaccarezza di essere eletto in regione. Cosa che avrebbe del miracolistico, considerata il lunghissimo elenco di tutti coloro che “gliel’ hanno giurata da tempo”, in particolare nel suo (ex) territorio di ponente.
In terzo luogo, settimana dopo settimana, gli uomini del Capitone (pardon, del Capitano) leghista seguono, con preoccupazione, la decrescita (infelice) nei sondaggi nazionali del gradimento per il carroccio, con un trend negativo che non promette nulla di buono per i mesi a venire. In più, in Liguria, la sanità, in questi ultimi 5 anni è stata gestita dalla Lega, per cui … AUGURI !
Questa circostanza deve avere preoccupato assai il presidente Toti, e potrebbe avere contribuito a spingerlo alla recente “boutade” di invocare che la data delle elezioni regionali venisse spostata, al massimo, al mese di Giugno 2020, ottenendo, come risposta, “un perentorio effetto leva da parte di quelli al governo“.
Al contempo, ogniqualvolta alle elezioni si presenta una coalizione di forze politiche alleate tra loro, la lotta fratricida tra i partiti prende l’avvio senza esclusione di colpi. Tra gli alleati volano i coltelli più ancora che con gli avversari, al motto di “mors tua, vita mea”. Ogni variazione nei sondaggi viene sfruttata per indebolire l’alleato di coalizione, con l’illusione che ciò favorisca se stessi, mentre, in realtà, affossa tutti quanti !
In quarto luogo, con quello che sta succedendo a Roma, o che tra poco accadrà a Bruxelles e che di rimando si potrebbe ripercuotere sul governo “Conte/Casalino”, c’è il rischio che si assista ad un capovolgimento totale degli attuali schieramenti: insomma passeremmo dal “Papeete al Papocchio!”. Se ciò dovesse per caso avvenire, potremmo assistere all’addio da parte di Forza Italia all’alleanza con Lega e Fratelli d’Italia e allora SI! che ne vedremmo delle belle anche nelle alleanze regionali. Non è del resto un mistero che Claudio Scaiola e le sue truppe siano, da sempre, più in sintonia con gli uomini del PD, piuttosto che con Giovanni Toti.
In quinto luogo, l’ultima proposta del Governatore di riaprire gli stabilimenti balneari, senza manco sapere come e con misure di protezione sanitaria dal coronavirus per le persone, dimostra un evidente nervosismo nel tentativo di fidelizzare la categoria dei balneari, corteggiati sia da Vaccarezza, sia dalla Lega del senatore Ripamonti.
L’economia è sicuramente fondamentale per i cittadini, ma almeno, cari rappresentanti delle istituzioni, prima sforzatevi di studiare uno straccio di programmazione delle modalità e dei tempi della riapertura, per evitare di commettere errori imperdonabili, che ci facciano ripiombare indietro di mesi, nel pieno del dramma dell’epidemia!
In sesto luogo, in Italia, è prassi che, quando non si sa che decisione assumere, si nomini una commissione composta da tanti esperti, esattamente quello che ha fatto nei giorni scorsi il Governatore, così da “friggere l’aria”, dimostrando che, comunque, qualcosa si stia facendo per risolvere i problemi e, se del caso, avere un capro espiatorio su cui scaricare eventuali, future, responsabilità.
L’elenco dei maldipancia di cui starebbe da tempo soffrendo il governatore Toti potrebbe essere ancora lungo ma, per evitare di annoiarmi ed annoiarVi, preferisco fermarmi qui, senza azzardare, per ora, previsioni sul TOTO(I) ELEZIONI REGIONALI.
Del resto, le variabili presenti nell’equazione sono ancora troppe per consentirne la soluzione.
Le principali incognite, ad oggi, sono rappresentate:
-1- dalla data in cui si svolgeranno realmente le prossime elezioni regionali (sicuramente ad Ottobre/Novembre, più Novembre che Ottobre, per dare modo agli avversari di Toti di organizzarsi e presentarsi “belli tonici” all’appuntamento.
-2- Dall’eventualità che, alla fine, due debolezze politiche (Centrosinistra e 5 Stelle) riescano ad allearsi tra di loro, convergendo su un candidato comune dotato di bella presenza e, soprattutto, di uno stomaco forte, disposto a digerire qualunque accordo nel nome della sintesi tra “Onestà Onestà! Solidarietà Solidarietà! e trallallero trallallà!“.
-3- Dal superamento, o meno, da parte di Forza Italia, del dubbio amletico di appoggiare realmente (e lealmente) il candidato Toti. Visti i recenti chiari di luna romani ed europei, il nostro personale consiglio (peraltro non richiesto) rivolto a Giovanni è di guardarsi “ben bene” le terga al riguardo.
Invece, di sicuro, molti aspiranti alla candidatura, in questi giorni sono più preoccupati per il proprio futuro da possibili, futuri, disoccupati senza arte ne parte, piuttosto che per gli effetti del coronavirus.
Citando Dante Alighieri, di costoro verrebbe da scrivere, “Poscia, più che ‘l dolor poté ‘l digiuno“, nel senso che una parte di costoro rischia realmente di dovere tirare la cinghia a lungo, se non eletti.
Altrettanto certo è che, alla fine, a rimetterci, stante l’attuale livello della classe politica, sarà solo la “ggente” che, amaramente, rimpiange coloro che ci governavano nella prima repubblica, ed in cuor proprio pensa: “aridatece li puzzoni !“.
Con queste nostre fantasie speriamo di non averVi annoiato, oppure rovinato il sonno! Ad maiora