Toti perde (quasi) tutto. FI e Cirio gli prosciugano il partito
uominiliberi
Tu quoque. Sì, proprio lui Angelo Vaccarezza, uno degli uomini più vicini a Giovanni Toti, ha abbandonato il governatore della Liguria e la sua formazione politica, con una decisione che viene vissuta nell’ufficio presidenziale di piazza De Ferrari come un alto tradimento. Reazione di cui in queste ore Toti non fa certo mistero dicendosi “umanamente deluso e politicamente perplesso”. E se l’umana delusione è comprensibile, assai più motivata è la perplessità politica di fronte alla scelta del politico savonese di applicare alla lettera l’intento che sta nel nome della formazione totiana, “Cambiamo”, di cui fino a ieri è stato capogruppo in Consiglio regionale.
Politico di lungo corso, da anni figura di peso nel Ponente ligure, Vaccarezza non solo ha lasciato il presidente ligure, provocando un terremoto sotto le poi non più solidissime fondamenta totiane, ma è il suo approdo-ritorno in Forza Italia a provocare ulteriori scosse, per nulla di assestamento. Il rientro nelle file azzurre nelle quali ha militato dalla fondazione e fino alla partecipazione al progetto arancione del governatore, è ormai certo e le stesse parole del capogruppo al Senato Maurizio Gasparri sulla vicenda – “Verso di noi un’onda di ritorno” – ne sono l’ulteriore conferma. Un’operazione che scuote la Liguria, ma che ha avuto in Piemonte se non la sua origine, certamente la spinta decisiva. Vaccarezza è stato assistente di Alberto Cirio quando l’attuale presidente della Regione era europarlamentare e tra i due il legame, assai stretto, non è mai venuto meno. E un ruolo, per nulla secondario, nel preparare il ritorno in Forza Italia dell’ex presidente della Provincia di Savona, Cirio lo ha avuto per ammissione dello stesso Gasparri, “nel contesto di un rafforzamento di Forza Italia nel Nord Ovest”. E, per usare le parole del capogruppo a Palazzo Madama, “per un’onda che va (riferita alle migrazioni verso Fratelli d’Italia), ce n’è una che torna”. Un partito in piena salute, tornato a essere attrattivo, come potrebbe sembrare da questi rientri? Non proprio. Per usare la metafora di un alto papavero azzurro “è un po’ come quelle aziende che gonfiano il fatturato prima di essere messe in vendita”.
E la risacca sta riportando sui lidi azzurri figure che, come nel caso di Vaccarezza cui si vocifera presto se ne aggiungeranno altre, hanno ormai compreso come la formazione politica di Toti abbia fallito il tentativo di uscire dagli stretti confini liguri. I primi segnali dell’operazione condotta nel più assoluto silenzio da Cirio qualcuno li aveva colti alla fine di settembre quando Vaccarezza era stato presente a Paestum per la giornata di commemorazione di Silvio Berlusconi. La sua partecipazione aveva fatto storcere diversi nasi, sia tra i forzisti sia tra i totiani. I primi inconsapevoli di cosa si stesse preparando, i secondi subodorando ciò che dopo pochi mesi sarebbe successo.
Un’onda di ritorno che se ha colpito con spruzzi violenti il governatore ligure e i suoi, non pare affatto lasciare un mare tranquillo da quelle parti. Voci insistenti danno pronto per entrare in Forza Italia il consigliere regionale ex totiano ora nel gruppo misto Stefano Anzalone, così come in uscita da “Cambiamo” è dato pure il capogruppo in consiglio comunale a Savona, Pietro Santi, uno dei più votati con un carniere di oltre 1.300 preferenze. Altri movimenti si registrano a Palazzo Tursi persino nella giunta di Marco Bucci, dove la rappresentanza azzurra pare destinata a crescere grazie al tenace lavoro dell’assessore Mario Mascia: occhi puntati su Francesco Maresca e Marta Brusoni.
Se dietro il fragoroso abbandono di Vaccarezza c’è il silenzioso lavoro di Cirio, soprattutto in vista delle Europee, scadenza che vede il governatore piemontese sempre più in un ruolo centrale, in particolare per quanto riguarda la partita nella circoscrizione del Nord-Ovest. Del resto, in Piemonte da un po’ di tempo fa si erano avvertiti scricchiolii della formazione totiana con l’allontanamento da Toti di uno dei primi ad aderire al suo progetto: Massimo Berutti. L’ex senatore e sindaco di Tortona oggi è con Maurizio Lupi, ma a lui sarebbe stato promesso un posto blindato nel listino alle regionali di primavera. Come direbbero i francesi, tout se tient. E a tenere le fila tra i monti e il mare è proprio Cirio.