Tirreno Power

LA LINGUA BATTE…
Si chiamano “negazionisti” e sono una pattuglia di storici del ‘900 che sostengono l’ardita tesi secondo la quale lo sterminio degli ebrei nei campi non sarebbe mai avvenuto e che detti siti furono usati per impedire il diffondersi di epidemie. Secondo loro, nonostante le testimonianze scritte, orali, visive, ad Aushcwitz ci sarebbero stati migliaia di morti di dissenteria, non certo quindi riconducibili alle famigerate “camere a gas”.
Per estensione semantica, chiamiamo “negazionisti” tutti coloro che, per convinzione od interesse, rifiutano ogni nesso causale tra inquinamento atmosferico e patologie tumorali o cardiocircolatorie. Per questi signori non vi sarebbe correlazione tra le emissioni di una grande centrale e l’aumento della morbilità. Quindi i gravi casi di desertificazione lichenica nel savonese e nella Valbormida non rivestono alcun significato, così come le piogge acide, o le denunce dei medici: l’importante e’ “stare” nei limiti di legge; se poi nessuno misura le emissioni “reali” tanto meglio! L’importante che l’azienda possa scaricare i danni della sua competitività sulla società civile e sulle finanze pubbliche. Altrimenti, se tutti dovessero pagare i costi indotti,chi potrebbe permettersi una utenza elettrica qualsiasi? Questa, purtroppo, in soldoni, la filosofia dei giornali quotidiani che, sollecitati da grandi inserzionisti, propinano tali tesi al pubblico, come un veleno lento, ma efficace…leggi… di qualcosa si dovrà pur morire, sbottano questi “filosofi della rassegnazione”! Preferite crepare di freddo,in case umide e buie, magari disoccupati, ovvero pagare un qualche scotto al progresso ed alla logica della competizione internazionale? E giù il pianto degli industriali, della triplice, dei partiti di governo e di opposizione. Nessuno che abbia il coraggio di impostare, con onestà e buonafede, il problema in termini corretti: nessuna area del savonese, e’ avocata a servitù industriali e portuali eterne ed irreversibili. Non lo e’ il vadese come non lo è la Bormida, il cui sacrificio “storico” sembra maturo per un risarcimento che significhi possibilità di diversificare il proprio assetto produttivo, anche in una logica commerciale e, se vogliamo, di di offerta articolata. Quello che non si può concedere, allo stato degli atti, e’ di indulgere a scelte penalizzanti perché contraddittorie. chi ha investito nelle”terrazze” di Vado Ligure lo ha fatto in una logica di rischio e di mercato. E’ giusto che trovi, attorno a se, competitori della stessa natura. Sarebbe grave che ci fosse una inconsapevole cospirazione, del complesso energetico-portuale,tesa a soffocare il bimbo nella culla, magari per favorire altri attori che hanno indugiato troppo e che, arrivando in ritardo, temono( con qualche ragione) un esito dei loro investimenti già compromesso in partenza!!!!
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