Ho partecipato ed ho ascoltato, da semplice appassionato del calcio nostrano alla conferenza stampa della nuova proprietà del Savona Calcio.
Premetto che avere una società solida che disputa campionati in linea con la storia del Savona, sarebbe un valore aggiunto per l’intera città e ne troverebbe giovamento anche l’intero movimento calcistico locale. Almeno questa è la mia opinione.
Però bisogna fare i conti con quello che c’è e non con quello che vorremmo che ci fosse, ed oggi il Savona è in prima categoria. Credo che non aiuta neanche la ricerca delle responsabilità per quanto accaduto in passato. Così è.
Non penso che sia un reato, per un imprenditore individuare il veicolo calcio per promuovere le proprie iniziative. A patto che siano finalizzate ad un interesse vero nel far crescere una realtà sportiva e non una semplice speculazione.
Sono sempre stato convinto che la differenza tra squadra e società non sia solo un concetto filosofico tutt’altro. Una società è tale se pensa e insegna la disciplina del gioco del calcio nel suo complesso. Una società è tale se costruisce un settore giovanile sul territorio. Se lavora per dotarsi di persone competenti che costruiscano le condizioni perché i ragazzi della città e della provincia, diventino il fiore all’occhiello del sodalizio. Come è stato in passato del resto. Anche recente. Non la scuola calcio a Roma.
Io oggi ho sentito parlare spesso di “squadra” e poco di “Società”.
Lo sforzo per allestire una squadra competitiva in prima categoria in così poco tempo è ammirevole. Soprattutto e grazie a mister Ermanno Frumento che conosco benissimo e so benissimo come lavora, sul campo e sotto l’aspetto umano ma, è riduttivo, per una società come il Savona, porsi come unico obbiettivo l’eventuale salto di categoria. Mi sarei aspettato che oggi si definisse anche l’organigramma societario, direttore generale! direttore sportivo (senza scomodare nomi altisonanti) e soprattutto una persona destinata al certosino lavoro di far rinascere il settore giovanile. Salto di categoria e settore giovanile sono complementari, imprescindibili. È più facile vincere un campionato che imbastire un embrione di settore giovanile ma è qui, appunto che sta la differenza tra società e squadra. Qualcuno obbietterà che tutto subito è impossibile. Però almeno parlarne. Penso che anche da questo parta il rapporto con la città.
Certo per fare ciò ci vogliono sforzi economici, organizzativi, strutture, impianti sportivi.
Qui non voglio entrare nel merito del bando di gara, tutt’ora in corso.
Credo sia stato maldestro che ci sia entrata la società. Oggi Rossello non poteva dire diversamente da ciò che ha detto. Cioè rimane agli atti.
Non ho elementi di carattere giuridico/amministrativo se nell’eventualità che il bando stesso andasse deserto per la seconda volta, il comune ne predisponga un altro o si dia corso ad una trattativa privata per l’affidamento dell’impianto sportivo. Ma se c’è trattativa potrebbero essere rinegoziate alcune condizioni, oggi non gradite dalla Società e previste dall’attuale bando di gara. Tutto concordato o tutto in alto mare? Chissà? Lo vedremo alla scadenza dello stesso. Credo il 21 settembre. L’auspicio naturalmente è che si trovi una soluzione positiva e credibile.
Infine, se la presenza odierna alla conferenza stampa del comune di Savona aveva un senso, essendo parte in causa, al contrario non so cosa aveva a che fare la presenza di alcuni politici ma, si sa, siamo in campagna elettorale e ognuno ha le proprie sensibilità, compreso le società di calcio.