Negli ultimi 15 anni la Rete L’ABUSO ha avuto un importante ruolo in Italia dove i sopravvissuti, anche nell’informazione come nella giustizia, hanno dovuto reagire alle negligenze dello Stato divenendo “IL FARO” dei dati sugli abusi del clero nel paese.
Per questo e non a caso, se cercate anche sui media i dati degli abusi, mai troverete quelli ministeriali dell’osservatorio delle pari opportunità (non per forza del clero, anche dei laici) ma solamente quelli della Rete L’ABUSO, in quanto sono gli unici in Italia, da 15 anni a oggi.
E proprio nell’ottica di uno Stato europeo assente come l’Italia che ci siamo voluti/dovuti migliorare dando vita a “Spotlight on italian survivors”, un team di sopravvissuti che in queste settimane hanno svolto un lavoro certosino di censimento dei dati, da oggi pubblici nella loro integrità e disponibili online sulle nostre piattaforme.
Per fare questo il Team di Spotlight on italian survivors ha sviluppato un programma chiamato CODIS – Central Operating Data Information Service – che ha due differenti istanze di dati, il CODIS che è solo ad uso interno e iCODIS, l’interfaccia dedicata alla consultazione pubblica.
Questa suddivisione è stata necessaria in quanto mentre nella parte interna del sistema, la ricerca di un soggetto appare corredata dei sopravvissuti prodotti o di ogni dato disponibile in archivio, in quella pubblica, per mantenere la privacy dei sopravvissuti, il dato non sarà prodotto.
Un sistema molto più efficiente e completo del precedente, anche nei numeri dei casi, che salgono effettivamente da 330 nominativi di offender, a 1053 con un prodotto effettivo di sopravvissuti che non è più di 1500 circa, ma sale a ben 4371 sopravvissuti.
Come sale l’incidenza percentuale degli offender nel clero, ben i 3,05%, per una media di 4 vittime a offender.
Dati che non ci siamo inventati !
La piattaforma CODIS e l’interfaccia pubblica iCODIS infatti non sono semplici database che riflettono un dato in tempo reale, ma un vero e proprio elaboratore.
L’aumento impressionante dei dati è semplicemente dovuto al fatto che prima, i vari database (oggi tutti disattivati) raccoglievano soltanto il dato emerso sui media occultando il sommerso, ovvero casi che per una serie di motivi quali diffide, richieste di cancellazione appellandosi alla legge sull’oblio, accordi tra le parti con l’obbligo della riservatezza e via dicendo, eravamo costretti a rimuovere, dati tornati disponibili con la semplice omissione di informazioni che riportano all’individuazione del caso, ma restano se pur in forma anonima conteggiati.
Inseriti anche i 913 casi dichiarati dalla stessa Conferenza Episcopale italiana, dati che non abbiamo sommato ai nostri ma che molto onestamente abbiamo sottratto, utilizzando soltanto il disavanzo che avanzava tra quelli da noi censiti e quelli dichiarati da CEI, lasciando così il numero degli offender totali ai 913 dichiarati.
Essendo la dichiarazione della CEI (913 casi) antecedente al dato della commissione della diocesi di Bolzano, questo nuovo dato è stato inserito con tutte le lacune che solleva, nel sistema CODIS rispettivamente al territorio di Bolzano.
Il disavanzo della CEI ovvero, il rimanente dei 913 casi ai quali abbiamo sottratto i 560 censiti dalla Rete L’ABUSO dal 2000 a oggi, che la CEI non ha mai circostanziato nelle località dove i fatti sono avvenuti e nel numero di vittime prodotte, è stato in questo modo conteggiato.
Per quanto riguarda le vittime, anche in questo caso ignote, abbiamo potuto ottenere una proiezione attendibile formulata sul dato certo dei 560 casi censiti dalla Rete e il loro prodotto pari a ben 2281 sopravvissuti.
Dati che potete tranquillamente verificare dai vari pannelli online sul nostro sito.
Ma iCODIS va oltre e fornisce per ogni regione e provincia italiana il dato generale di quanti siano gli offender, le loro vittime, quante bambine o bambini siano rimasti vittime in quei luoghi, quanti siano stati abusati da preti, suore, catechisti ecc., quanti sono stati denunciati e quanti no, quanto sia il sommerso in quei luoghi, una serie davvero notevole di dati che neppure noi immaginavamo con così tanta chiarezza.
Naturalmente non manca un motore di ricerca in tutto il database, iCODIS Live, che appare come una semplice finestra dentro la quale scrivere, ma si trasforma proprio mentre scrivete, in risultato.
Questa la mission del team “Spotlight on italian survivors”, un manifesto pubblico di denuncia non solo sui crimini occultati dalla chiesa in Italia, ma sull’inerzia di uno Stato che con la scusa di non aver dati che in realtà non cerca, si astiene in modo criminale dall’affrontare un problema che classifica il paese “fanalino di coda” in Europa ma non solo.
Nota:
Se pur alcuni pannelli richiedono la registrazione dell’utente al portale, ciò non toglie che il servizio è completamente gratuito.