Del comune di Savona Marco Russo.
e.p.c.
Procura della Repubblica presso il tribunale di Savona.
Autorità di sistema portuale del mare nord occidentale.
Il sottoscritto Flavio Fiumara, titolare del chiosco sito nelle immediate vicinanze del torrente Letimbro invia la presente per evidenziare quanto segue.
Nonostante le numerosissime comunicazioni già inviate all’amministrazione Comunale rimangono irrisolti due rilevanti problemi di sicurezza Pubblica e ambientale.
In primo luogo occorre sottolineare come presso la spiaggia prospicente l’esercizio commerciale del sottoscritto non che nelle immediate vicinanze del fiume (tra l’altro zona c.d. protetta) risultino abbandonati numerosi rifiuti (legni, bidoni di plastica e altro materiale non ben definito) che, ancora oggi, non risultano rimossi.
Gli ultimi interventi posti in essere non hanno fatto altro che ” raggirare il problema”.
Nello specifico le operazioni poste in essere non hanno fatto altro che mischiare gli oggetti presenti con la sabbia senza che i rifiuti venissero asportati.
Tale situazione costituisce pericolo per tutti i soggetti che accedono alla spiaggia libera.
Oltra alla situazione di pericolo per i frequentatori i rifiuti presenti vicino al torrente costituiscono pericolo sia per la flora che per la fauna ivi presente.
Nessun serio intervento risulta, ad oggi, posto in essere.
In secondo luogo devono essere evidenziate le opere di ripristino del ponte Ruffino.
Di pubblico dominio risulta la sussistenza di una lungaggine dei lavori ma purtroppo non finisce qui…
E’ di pochi giorni addietro la notizia secondo la quale per l’ultimazione dei lavori sarà necessario l’intervento di mezzi nel torrente.
A parere dell’esponente un simile intervento presso un’area protetta che modificherebbe l’habitat, non è assolutamente possibile e addirittura vietato e punito penalmente.
Si ricordi inoltre come lo smottamento del fondo con ruote o cingoli, possa provocare la proliferazione del c.d. botulino che porterebbe alla moria degli animali stanziali e non della zona e anche a una possibile epidemia.
Anche l’eventuale apertura della “barra sabbiosa” per fare defluire l’acqua del fiume in mare, porterebbe al divieto di balneazione sia a levante cha a ponente rispetto alla foce per 250 metri, con un grande danno economico a persone e stabilimenti balneari.
Alla luce di quanto argomentato si chiede che le rispettive Autorità, per quanto di propria competenza, vogliano vigilare sulle operazioni di pulizia (sgombero) dei rifiuti non che sulle operazioni di ultimazione dei lavori e sistemazione del ponte constatando le altre possibilità di intervento esistenti tralasciando l’ingresso in area protetta
Cordiali saluti
Flavio Fiumara.