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Spese pazze e peculato il decreto salvagente per Rixi, Bruzzone & C

Altri 6 esponenti politici, tra cui Vattuone, rischiano in caso di condanna e la Legge Severino prevede la sospensione dalla carica oggi ricoperta Il “salvagente” lanciato alla Camera da Catello Vitiello, deputato espulso dai Cinque Stelle ed ora nel gruppo misto, in verità era stato proposto in commissione dalla Lega Nord ed era stato contestato proprio dai grillini.

D’altra parte, a salvarsi per primo, attraverso l’emendamento al disegno di legge anticorruzione passato l’altro ieri a Montecitorio con 284 voti a favore e 239 contrari, è il vice ministro alle Infrastrutture, il genovese Edoardo Rixi, fedelissimo di Matteo Salvini. E con lui l’altro leghista della prima ora: il senatore-cacciatore Francesco Bruzzone. I due sono stati sui banchi del Consiglio Regionale Ligure fino allo scorso giugno, quando l’hanno lasciato con destinazione Roma: Bruzzone come presidente, Rixi come consigliere ed assessore allo Sviluppo Economico. Tra il 2010 e il 2012 (Giunta Burlando) erano nel gruppo della Lega Nord ed anche loro hanno utilizzato soldi pubblici impropriamente, finendo imputati nel processo per le spese “pazze”.

Sul vice ministro e sul senatore pende la mannaia della giustizia: il processo sui rimborsi elettorali del triennio che dovevano essere utilizzati per scopi istituzionali o per il funzionamento del gruppo consiliare. Per il pm Francesco Pinto, invece, li avrebbero utilizzati a scopo personale, tanto tanto da essere imputati di peculato.

Bruzzone è chiamato a giustificare le cene coi cacciatori di Stella (il paese natio di Sandro Pertini), i pedaggi autostradali tra casa sua (a Stella Santa Giustina) e Genova. Rixi, insieme ad altri compagni di partito, le numerose birre acquistate al raduno della Lega Nord a Pontida, gli inspiegabili quindici scontrini di fila emessi in uno stesso giorno dal Caffè dell’Angolo di Mondovì, i 1774 euro spesi nella pelletteria di lusso a Tolentino, agli acquisti al “Chocolate Town” all’Outlet di Serravalle. Se dovesse essere accolta la richiesta della Procura — tre anni e quattro mesi per Rixi, due anni e tre mesi per Bruzzone — essendo la pena superiore ai due anni, per la legge Severino il viceministro e il senatore andrebbero  incontro alla decadenza.

Adesso, però, la bocciatura del decreto legge anti-corruzione cancella con un colpo di spugna il peculato e l’appropriazione indebita. Anche se il vicepremier Luigi Di Maio, dopo l’ennesima polemica, ha detto che l’emendamento Vitiello sarà rivisto al Senato. Si vedrà. Oltre a Rixi e Bruzzone, comunque, ci sono altri uomini pubblici liguri imputati per peculato.

Accusati in altri processi relativi alle “spese pazze” quando erano consiglieri regionali.

In parlamento siede ad esempio, nelle file del Pd per cui è anche coordinatore ligure, il senatore Vito Vattuone, rinviato a giudizio lo scorso 8 aprile insieme ad altri 18 consiglieri regionali della legislatura 2005-2010, accusati di peculato dal pm Massimo Terrile.

Altro imputato illustre è il deputato di Forza Italia Sandro Biasotti, pure lui coordinatore regionale del suo partito, che però ha già restituito la somma contestata.

Unico imputato ancora in consiglio regionale è Matteo Rosso, di Fratelli d’Italia, mentre altri ex “colleghi” sono adesso sindaci.

Come Marco Melgrati, primo cittadino di Alassio e vice coordinatore regionale di Forza Italia; Franco Rocca, attuale sindaco di Zoagli (si è candidato con una lista civica) e Franco Orsi, ex Forza Italia che oggi amministra Albisola Superiore.

Se anche al Senato dovesse passare il ddl Vitiello, con un colpo di spugna decadrebbe la norma anticorruzione Francesco Bruzzone Il senatore, ex presidente del Consiglio Regionale, chiamato a rispondere delle cene a Stella Rixi e Salvini.

Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini, ora ministro dell’Interno, in visita a Genova durante la scorsa campagna elettorale, accompagnato

dall’attuale vice ministro alle Infrastrutture Rixi . Marco Melgrati l’attuale sindaco di Alassio, vice coordinatore regionale di Forza Italia, pure lui imputato di peculato I nomi Vito Vattuone Senatore della Repubblica, coordinatore regionale del Pd, già rinviato a giudizio, a processo Matteo Rosso Una laurea in Medicina, ex iscritto a Forza Italia, in questa legislatura nel gruppo cosiliare di FdI

Giuseppe Filetto e Marco Lignana La Repubblica

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