Dopo gli esposti e le audizioni nelle procure di Genova e Savona dell’ex Presidente della commissione antimafia, Nicola Morra e di Luigi Bertoldi, le ex Colonie Bergamasche di Celle Ligure sembrano essere cadute nel dimenticatoio. Al contrario, si torna a parlare delle ex Colonie Milanesi, un’area di 40.000 metri quadrati in posizione strategica sul lungomare, vicina allo svincolo autostradale dei Piani di Celle, che da decenni rappresenta un simbolo di abbandono.
Dal 1997, anno di chiusura delle attività ricettive, l’area è rimasta inutilizzata. Nel 2015, la Cassa Depositi e Prestiti ha acquistato la proprietà con un piano ambizioso: demolire le vecchie strutture e costruire un complesso turistico moderno con hotel, centro congressi, centro benessere e parcheggi. Tuttavia, nonostante i fondi e i progetti iniziali, nulla si è concretizzato. I permessi a costruire sono stati revocati e da allora tutto è fermo, senza neppure una richiesta di cambio di destinazione d’uso.
Il progetto originale prevedeva un albergo da 144 camere, un residence con 40 appartamenti, un centro benessere e ben 192 posti auto, oltre a lavori di riqualificazione del molo e della spiaggia. Ma probabilmente gli hotel sono più di moda visto che anche per le Colonie Bergamasche si pensava ad un hotel, poi sostituito con la costruzione di 29 appartamenti. Tuttavia, per l’area milanese, nonostante l’infrastruttura e l’interesse turistico, tutto è bloccato. Probabilmente si attendono tempi migliori.
Dopo vari tentativi di assegnazione e una battaglia legale, la Regione Lombardia ha ripreso possesso del complesso nel 2005, passando poi la gestione alla Cassa Depositi e Prestiti. Quest’ultima ha individuato TH Resorts come possibile gestore, ma i lavori non sono mai iniziati a causa della mancanza di un’impresa disposta a occuparsi delle demolizioni e ricostruzioni. Ora, chissà, qualcosa potrebbe cambiare.
Nel frattempo l’area continua a deteriorarsi, suscitando il malcontento dei cittadini e delle istituzioni locali, che attendono risposte concrete. Nonostante la posizione privilegiata, nessun costruttore ha ancora mostrato interesse a subentrare, e la comunicazione ambigua su possibili sviluppi alimenta sospetti di una nuova speculazione edilizia.