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Sindaco Berruti, che fine hanno fatto i suoi portavoce?

Quando anche le parole costano:
Sindaco Berruti, che fine hanno fatto i suoi portavoce?
La polemica politica sui quattro portavoce del Sindaco Berruti ha tenuto banco per alcuni mesi, all’inizio del suo secondo mandato politico, per poi essere dimenticata, dopo che il primo Cittadino, durante un consiglio comunale, aveva tessuto lodi sperticate nei confronti dei propri consulenti. Con uno stile simile a quello…
…utilizzato dal Marchese del Grillo, famoso personaggio interpretato da Alberto Sordi, la conclusione della riflessione del dott. Berruti, in sintesi, era stata “… e comunque così ho deciso, per cui i miei quattro collaboratori restano dove sono nonostante le vostre critiche!”.  

A distanza di circa tre anni e mezzo da quel momento di così elevata dialettica politica, si impone un minimo di bilancio.

Dal punto di vista dei costi, la consulenza annuale, complessiva, dei tre collaboratori esterni (in aggiunta ad un dipendente comunale) incide a bilancio per oltre 100.000euro.

Nell’arco di una legislatura, pertanto, le prestazioni professionali fornite dai tre portavoce esterni comporteranno un considerevole esborso di denaro pubblico.

Personalmente penso che alla città tutto serva, ma che, forse, dei tre, più uno, portavoce del Sig. Sindaco, se ne sarebbe potuto fare a meno.

In una fase economica nella quale assistiamo a tagli indiscriminati della spesa pubblica, una tale cifra avrebbe potuto avere ben altra destinazione.

Alla cura dell’immagine e della comunicazione del Sindaco, in quanto figura istituzionale, avrebbero dovuto dedicarsi esclusivamente persone assunte nell’amministrazione comunale, pertanto già stipendiate.

Qualora tale soluzione fosse stata ritenuta dal dott. Berruti non consona al proprio ruolo e prestigio personali, Egli stesso, a proprie spese, avrebbe dovuto provvedere a sostenere gli ulteriori oneri aggiuntivi per avvalersi di collaboratori esterni.

In tale caso nessuna forza politica di opposizione avrebbe avuto alcunché da obiettare.

Con una certa preoccupazione penso che, se l’attuale sindaco di Savona dovesse assumere cariche pubbliche di rilievo nella prossima giunta della  Regione Liguria, il numero dei propri portavoce, in proporzione, dovrebbe aumentare vertiginosamente, con chissà quali oneri per i poveri cittadini liguri.

E’ proprio vero che, ormai, in Italia, ci fanno pagare tutto: “a Savona,  anche le parole costano !”             

                                                                  

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