SFILANO: PAITA – GIACOBBE – RAMBAUDI – VEIRANA – FEDELI

PASSARELLA  DEL POTERE FEMMINILE
L’8 MAGGIO SALA MOSTRE DELLA PROVINCIA DI SAVONA
SFILANO: PAITA – GIACOBBE – RAMBAUDI – VEIRANA – FEDELI
SUL TEMA  “DONNA E LAVORO: PRESENTE E FUTURO”
Ma guarda te!! che splendida iniziativa ti organizzano, per deridere le donne che faticano e lavorano, queste diavolesse il giorno 8 Maggio nella sala mostre del Palazzo della Provincia di Savona, un incontro dibattito in vista delle elezioni regionali sul tema “”DONNA E LAVORO: PRESENTE  E FUTURO”
Queste spregiudicate 5 donne di potere: la Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli, la Madamina Lorena Rambaudi in rappresentanza delle Coop, le due ex Segretarie Generali Cgil di Savona, l’On. Anna Giacobbe, l’incoerenza fatta persona, e Fulvia Veirana; dulcis in fondo Raffaella Paita, colei che ha fatto della politica il suo unico lavoro, indagata per disastro colposo l’alluvione di Genova, che oggi con spregiudicatezza aspira ad essere eletta alla Presidenza della Regione Liguria.
 Queste 5 faccia toste hanno escogitato la diabolica e perfida idea di mettersi  insieme per discutere ed affrontare il delicato tema del lavoro presente e futuro della donne.

La risposta che si meritano, ma purtroppo non succederà, sarebbe quella che tutte le donne che faticano e lavorano si presentino al dibattito con scope e piumini, per spazzare e spolverare questa immonda ipocrisia che gironzola nella testa di queste povere  5 donne, e ricordare loro il niente o il poco che hanno fatto fino ad oggi per il lavoro.

E’ incredibile il fatto, che ancora oggi non sono soddisfatte di essere state baciate dalla “dea bendata” e vogliono anche disquisire anche sul lavoro, quel lavoro che le altre donne, quelle vere, svolgono quotidianamente con fatica, con tanti sacrifici e rinunce. Ma qui parliamo di donne nel vero senso della parola e nel rispetto che le donne che lavorano meritano.

Al contrario queste 5 donne suscitano dubbi e perplessità per questo ci permettiamo di rivolgere un invito a tutte le donne, di negarle il voto, con l’auspicio di riuscire a mandarle veramente a lavorare.

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