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SAVONA: UNA DEBACLE ANNUNCIATA di Silvio Rossi

E’ appena uscito l’annuale inserto del giornale finanziario SOLE 24 dedicato alla qualità della vita delle città italiane.
La classifica vede Savona perdere 10 posizioni e retrocedere al 69.mo posto su 107 città.

La qualità della vita delle città, secondo la ricerca, si basa su alcuni parametri come l’ambiente, la cultura, i servizi, sicurezza e Giustizia, per ciò che concerne gli svaghi e i servizi; siccome, pur essendo parametri importanti non si vive di svaghi e servizi, i parametri che hanno, senza dubbio, maggiore peso sono Lavoro, Affari e Demografia.
La città di Savona, quando io ero studente negli anni 60, era la seconda città d’Italia per ricchezza pro capite, infatti la demografia savonese cresceva fino ad arrivare a 80.000 abitanti e Savona era conosciuta come una città ricca, pienamente facente parte del mitico triangolo industriale.
Oggi, secondo l’indagine del Sole 24 ore, il parametro Affari e Lavoro trova Savona al 94° posto su 107 città, con la conseguenza altresì di piazzare Savona al 92° posto per ciò che concerne la demografia; insomma Savona è una città che, già da anni, è diventata una città assistita sullo stile meridionale e dal punto di vista economico sta morendo irreversibilmente.

Il libro di Bruno Lugaro e i due Crescent costruiti sul terreno dell’Italsider

Io avevo previsto questa situazione già da almeno 20 anni e avevo scritto su Truccioli Savonesi alcuni articoli in merito.
Non era difficile capire che, se le vaste aree industriali, che avevano fatto ricca Savona, anziché essere convertite con attività industriali più moderne, che tra l’altro erano all’orizzonte, venivano utilizzate per costruire eco mostri per pura speculazione ed arricchimento di pochi, tale iniziativa non avrebbe potuto portare a Savona ricchezza ma un futuro di povertà.

La spiaggia della Margonara e il progetto del porto accantonato
Claudio Burlando e Carlo Ruggeri

Mio figlio, savonese, laureatosi a spese del contribuente italiano, lavora negli USA e tantissimi figli di savonesi, laureati o diplomati, hanno seguito lo stesso destino di mio figlio, fornendo le proprie professionalità fuori dalla loro città e per lo più all’estero, a scapito della nostra città e del nostro Paese.

Siccome le sorti delle cose terrene non le decidono gli Dei dell’Olimpo, ma uomini in carne e ossa, che possono amministrare le cose terrene bene, male o malissimo e il tempo poi è galantuomo, la caduta economica della nostra città, come scritto e riscritto, ha nomi e cognomi, ma soprattutto la grande colpa è di chi li ha votati e si è fidato di loro.

I risultati sono chiari e crudeli alla luce del sole….24 ore.

Silvio Rossi, libero pensatore

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