Nel quadro impietoso tracciato dall’Istat sul benessere in Liguria, Savona si distingue positivamente su scuola e servizi, ma resta coinvolta in una crisi regionale più ampia, tra sanità in difficoltà, disuguaglianze crescenti e servizi pubblici in affanno.
Un’istantanea tutt’altro che rassicurante: è quella che emerge dal report 2024 dell’Istat sul “Benessere equo e sostenibile dei territori”, che mette a nudo i limiti strutturali della Liguria. Servizi in affanno, sanità in crisi, ambiente trascurato e disuguaglianze crescenti: la regione si conferma fanalino di coda del Nordovest, spesso al di sotto anche delle medie nazionali.
Eppure, in questo contesto difficile, Savona si ritaglia un ruolo di piccola eccezione virtuosa. L’accessibilità ai servizi scolastici, ad esempio, segna un 43,9% — ben sopra la media italiana del 40,3% e nettamente migliore rispetto a Genova (29,9%). Un dato che evidenzia l’impegno del territorio savonese nella cura dell’infanzia e dell’educazione.
Ma le buone notizie finiscono qui. Sul fronte sanitario, la situazione è allarmante: i savonesi, come molti liguri, sono spesso costretti a curarsi fuori regione. Ancora più preoccupante è il tasso di mortalità infantile, in netta crescita a Savona: +3,7 punti rispetto alla media nazionale. Segno che il sistema sanitario locale ha bisogno urgente di interventi.
Anche la raccolta differenziata e i trasporti pubblici restano criticità irrisolte. La Liguria produce più rifiuti pro capite della media nazionale e la qualità del trasporto pubblico nei capoluoghi è decisamente sotto gli standard del Nordovest.
Dal punto di vista economico, l’occupazione regge, con tassi sopra la media italiana. Ma le retribuzioni restano basse, con una differenza annua di oltre 4.000 euro rispetto alla media del Nordovest. E mentre Genova guida la classifica regionale sul lavoro, Savona arranca, rischiando di perdere terreno.
Il divario tra ricchi e poveri si allarga, soprattutto nel capoluogo ligure, ma anche nel resto del territorio. A fronte di un reddito mediano di 18.800 euro, il 10% della popolazione dispone di meno di 8.000 euro annui: numeri che parlano da soli.
Infine, il turismo culturale è un’occasione sprecata: la Liguria è sotto la media per occupati nel settore, nonostante le potenzialità. E Savona, con il suo patrimonio storico e costiero, avrebbe molto da dire — ma resta in sordina.
Il quadro tracciato dall’Istat è chiaro: la Liguria è in difficoltà strutturale, e anche Savona, nonostante qualche punto di forza, non può permettersi di abbassare la guardia. Servono politiche più coraggiose, investimenti mirati e un cambio di passo nella gestione dei servizi pubblici. Altrimenti, il rischio è che anche i territori più resilienti vengano trascinati verso il basso.