Savona supera Imperia per disoccupazione: un triste primato per il 2025

Savona – Un primato poco invidiabile quello conquistato dalla provincia di Savona nel 2025: con un tasso di disoccupazione che sfiora il 6%, supera Imperia e si aggiudica il poco lusinghiero titolo di provincia ligure con il più alto numero di persone senza lavoro. Ma il dato più preoccupante arriva dai giovani: il Savonese è anche il territorio con la percentuale più elevata di “Neet”, quei ragazzi tra i 16 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione, con un valore che tocca l’11,3%. Inoltre, il totale degli inattivi – ovvero coloro che né lavorano né cercano attivamente un impiego – si attesta al 32,7%, evidenziando una situazione di stagnazione economica e sociale.

L’allarme della CGIL: una crisi che peggiora A lanciare l’allarme è l’ufficio economico regionale della CGIL, che fotografa un quadro preoccupante e in continuo deterioramento. Nel giro di un anno, Savona ha superato Imperia in termini di disoccupazione, diventando il fanalino di coda della regione. Mentre nel 2024 il dato peggiore spettava alla provincia ponentina, oggi la crisi colpisce in maniera più marcata il Savonese, segno che le misure adottate finora non sono riuscite a invertire la tendenza.

Giovani senza prospettive: il nodo dei Neet Uno degli aspetti più critici riguarda i giovani. L’11,3% della popolazione tra i 16 e i 29 anni rientra nella categoria dei Neet, una percentuale che dovrebbe far riflettere istituzioni e imprese locali. Se sempre più giovani abbandonano la ricerca di un’occupazione o di un percorso di formazione, il rischio è quello di un impoverimento progressivo del tessuto sociale ed economico.

Secondo la CGIL, la mancanza di politiche attive per il lavoro e di incentivi per le nuove generazioni è una delle cause principali di questo fenomeno. L’assenza di una strategia chiara per attrarre investimenti e creare occupazione stabile sta allontanando i giovani, che spesso scelgono di trasferirsi altrove in cerca di opportunità.

L’inattività cresce: oltre un terzo della popolazione senza lavoro né ricerca attiva Altro dato allarmante riguarda il totale degli inattivi, che raggiunge il 32,7%. Questo significa che più di un terzo della popolazione savonese in età lavorativa non solo non ha un impiego, ma ha smesso anche di cercarlo. Una condizione che evidenzia una perdita di fiducia nel mercato del lavoro e una crescente rassegnazione, sintomi di un sistema che fatica a offrire risposte concrete.

Quali soluzioni? La CGIL chiede interventi urgenti per invertire la rotta. Tra le proposte avanzate vi sono:

  • Maggiore investimento nelle politiche attive del lavoro, con incentivi per le assunzioni e percorsi di formazione mirati.
  • Un rilancio del settore produttivo, per attrarre nuove imprese e valorizzare il territorio.
  • Progetti specifici per i giovani, con programmi di orientamento, apprendistato e sostegno all’imprenditorialità giovanile.

Se la tendenza non verrà invertita rapidamente, il rischio è che il declino occupazionale e sociale di Savona si aggravi ulteriormente, lasciando il territorio in una crisi senza via d’uscita. Il tempo per intervenire è adesso, prima che il mercato del lavoro savonese si trasformi in un deserto senza opportunità.

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