Savona: Stop all’Irpef per i redditi bassi, svolta per l’equità fiscale?

Il Comune di Savona ha recentemente introdotto un provvedimento che prevede l’esenzione dall’Irpef per i cittadini con redditi fino a 10.000 euro. Si tratta di una misura accolta con grande soddisfazione dal gruppo consiliare del Partito Democratico, che l’ha definita “di importante impatto sociale”. Secondo i rappresentanti del PD, questa iniziativa non solo risponde concretamente alle esigenze dei cittadini con maggiori difficoltà economiche, ma rappresenta anche un rafforzamento del legame tra l’amministrazione comunale e la comunità.
“Siamo orgogliosi di aver contribuito a costruire una misura che non solo tutela chi è in difficoltà, ma promuove politiche fiscali più inclusive,” ha dichiarato il gruppo PD. Tuttavia, la scelta di fissare la soglia di esenzione a 10.000 euro solleva alcune domande. Tassare chi vive con meno di 833 euro al mese — una cifra ben al di sotto del livello di sussistenza — appare una pratica contraddittoria rispetto all’obiettivo di promuovere giustizia sociale e sostegno ai più deboli. La misura adottata è certamente un passo avanti, ma è lecito chiedersi perché sia stato necessario attendere tanto per riconoscere un principio così basilare.
È sufficiente esentare dall’Irpef i redditi fino a 10.000 euro o sarebbe opportuno ampliare ulteriormente questa soglia? E quali altre misure potrebbero essere adottate per garantire una maggiore equità fiscale?
La sensazione è che spesso il sistema fiscale appaia “al contrario”: invece di sostenere chi ha meno, rischia di gravare ulteriormente su chi già fatica ad arrivare a fine mese.

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