Savona si sbriciola

Piazza Mameli, cuore pulsante (e un po’ sbriciolato) di Savona. Ieri mattina, intorno alle 10, la città si è svegliata con un nuovo simbolo del degrado urbano: un bel crollo di calcinacci dal soffitto dei portici, proprio a un passo dal bar Besio, luogo sacro del caffè mattutino.

Per fortuna, nessun passante colpito. Solo tanta polvere, un po’ di paura e un rinnovato senso di precarietà urbana. I vigili del fuoco sono intervenuti con la consueta efficienza, transennando la zona e allontanando i curiosi.

Ma, attenzione: il vero spettacolo è iniziato dopo il crollo. Perché la vera domanda non è “perché è crollato?”, bensì “di chi è il soffitto?”. E’ pubblico? Privato? Condominiale?

Il soffitto crollato non è solo un fatto di cronaca: è un manifesto, un’insegna non voluta del degrado. Perché  Savona non esplode, non brucia, non insorge… si sgretola. Silenziosa, lenta, inesorabile. E il soffitto dei portici ce lo ha appena ricordato.

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