Zinola e Legino, una volta roccaforti elettorali del sindaco Marco Russo, ora sembrano diventate epicentri di contestazione.
Nelle ultime settimane, la nuova organizzazione della raccolta rifiuti porta a porta ha provocato un’ondata di malumori che rischia di erodere il consenso su cui la giunta aveva potuto contare fino a ieri.
A Zinola, uno dei quartieri che aveva dato un contributo determinante alla vittoria del centrosinistra alle ultime elezioni comunali, sono apparsi cartelli eloquenti affissi sui portoni: “In questo portone i bidoni della spazzatura non entrano”. Un messaggio chiaro, diretto, che sintetizza il disagio e la contrarietà dei residenti.
Ma il segnale politicamente più allarmante arriva dal fatto che, sia a Zinola che a Legino, sono nati veri e propri punti di raccolta firme contro il nuovo sistema. E non si tratta di luoghi qualunque: durante la campagna elettorale erano a favore del Patto per Savona, la coalizione che ha sostenuto Russo. Ora, quegli stessi spazi diventano centri di opposizione civica.
A rendere la situazione ancora più spinosa per l’amministrazione, alcuni ex candidati della lista civica Patto per Savona si sono attivamente uniti alla raccolta firme, in una sorta di dissenso interno che rischia di trasformarsi in frattura politica.
Secondo fonti vicine a Palazzo Sisto, il sindaco sarebbe fortemente preoccupato. Questa mattina è stato avvistato a Legino, impegnato in un’opera di “ricucitura”, nel tentativo di spiegare di persona ai cittadini le ragioni del progetto e convincerli che la riforma della raccolta rifiuti rappresenti un passo avanti per la città e non un disagio in più.
Ma la sfida è aperta, e la posta in gioco non è solo il destino del porta a porta: il sindaco rischia di perdere terreno proprio in quei quartieri dove aveva costruito il suo capitale politico. E se le roccaforti vacillano, l’intera narrazione del “cambiamento possibile” inizia a scricchiolare.