Savona: Presentata in Commissione la variante del PUC, ma i dubbi non mancano

Nuovi percorsi pedonali, aree verdi e una ventata di riqualificazione. È questa la variante al Piano Urbanistico Comunale (PUC) illustrata in seconda commissione consiliare dall’architetto Antonio Mugnai, incaricato dalla società Mate Engineering di Bologna. L’obiettivo, stando alle dichiarazioni ufficiali, è di dare un nuovo volto alle aree abbandonate della città, ma tra i banchi e fuori dalle stanze del Comune c’è chi solleva perplessità.
Tra i protagonisti del progetto ci sono gli Orti Folconi, connessi a Piazza del Popolo, e le aree ex Mottura Fontana. Per Legino si parla di una cittadella dello sport (non è una novità se ne parlava già ai tempi di Berruti), mentre per l’ex carcere Sant’Agostino e l’ex centrale del latte si profilano ipotesi di parcheggi multipiano e spazi aperti. Tuttavia, qualcuno vede in questi piani più l’ombra delle speculazioni immobiliari che la luce della riqualificazione.
L’assessore all’urbanistica Ilaria Becco ha ribadito che il nuovo approccio urbanistico “supera i limiti del vecchio PUC” per allinearsi a una visione contemporanea e integrata, ma i dubbi restano, soprattutto sulla gestione degli interessi economici legati a determinate aree.
Bologna e Genova decidono per Savona?
Curiosità – o ironia del destino – vuole che siano due studi esterni, uno di Bologna (Mate Engineering) per il piano urbanistico e uno di Genova (Itech) per lo studio idraulico, a dettare il destino urbanistico della città. Una scelta che non ha mancato di sollevare interrogativi: davvero serve rivolgersi così lontano per capire cosa fare a casa nostra?
Se da una parte si parla di un’operazione che coinvolge urbanistica e ambiente – con la Valutazione Ambientale Strategica già avviata – dall’altra emergono criticità legate ai finanziamenti e alle priorità. La giunta, col sindaco Russo in testa insiste sulla necessità di lavorare in modo coordinato, ma c’è chi accusa il progetto di essere un “specchietto per le allodole”, utile più a giustificare alcune operazioni immobiliari che a migliorare davvero la qualità della vita dei cittadini.
Non passa inosservata la presenza delle cooperative, più volte citate nei progetti. Il timore che dietro a questa variante si celino manovre speculative non è del tutto infondato, almeno stando alle critiche di chi osserva i lavori con scetticismo.
Una variante per il futuro o per qualcuno?
A margine, si parla anche di un collegamento pedonale dalla stazione ferroviaria agli Orti Folconi, fino a via Paleocapa, e di un waterfront che coinvolgerebbe il polo di Legino. Ma questi progetti saranno davvero per Savona o per soddisfare interessi particolari? La domanda resta aperta.
Per ora, la variante è solo una bozza, ma i riflettori sono già puntati su ciò che accadrà nelle prossime fasi. Restano da sciogliere i nodi finanziari, urbanistici e, soprattutto, quelli etici. Savona, questa volta, saprà vigilare?

Condividi

Lascia un commento