Smaltita la sbornia della candidatura a “Capitale italiana della cultura”, sarebbe ora che la nostra comunità ritrovasse lucidità e concretezza. Quel che serve oggi non sono fuochi d’artificio né fantasie partorite da consulenti imposti dall’alto, esperti più in eventi che in idee. Serve, piuttosto, un confronto serio su proposte credibili e sostenibili, lontane anni luce dalle stravaganti visioni di chi sembra confondere la cultura con la scenografia.
A Savona non mancano le idee. Esistono da tempo progetti approfonditi, frutto del lavoro del gruppo di “Polveriera”, un laboratorio civico e culturale che, in oltre vent’anni di attività, ha prodotto materiali e proposte di grande valore. Alcuni dei suoi membri storici – l’ingegner Melone, il dottor Donini, il dottor Levati – purtroppo ci hanno lasciato, ma il patrimonio progettuale costruito insieme a loro resta più che mai attuale. Un patrimonio che meriterebbe di essere recuperato, divulgato e discusso apertamente, soprattutto oggi, in un momento di evidente debolezza politica e di smarrimento amministrativo. L’ingegnere Giuseppe Ozenda, uno dei fondatori del gruppo Polveriera, si è sempre dimostrato disponibile a presentare tutti i progetti, dal Palazzo Santa Chiara al Priamar, da ‘Dall’Appennino alle onde‘ fino alle proposte sulla gestione dei rifiuti, tema che oggi sta suscitando numerose proteste in città
È davvero singolare, e per certi versi scoraggiante, che ci si ostini ad affidare la narrazione pubblica a sedicenti politologi locali, esperti solo di fumo, o peggio, di equilibrismi retorici buoni per ogni stagione. Intanto, i progetti veri giacciono nei cassetti, e la città continua a inseguire narrazioni fittizie che nulla hanno a che vedere con le esigenze reali del territorio.
Forse è proprio questo il momento giusto: approfittare della crisi politica dell’attuale amministrazione non solo per chiederci “chi verrà dopo”, ma per provare a proporre una vera alternativa. Non un altro slogan, non un altro evento, ma una nuova rotta – finalmente seria, concreta, condivisa – che guardi al futuro della città partendo dalle sue risorse autentiche: il pensiero critico, la partecipazione, il lavoro collettivo.
Savona ha bisogno di meno palcoscenici e più progetti. Meno regie esterne e più comunità. Più sostanza e meno apparenza. E ha bisogno di cittadini pronti a riscrivere la rotta, non a seguirla passivamente.