L’assessore Barbara Pasquali, nota per la sua coerenza politica, ha finalmente annunciato il piano definitivo per combattere i furbetti dei rifiuti: le telecamere. Sì, proprio quelle che qualche tempo fa aveva dichiarato inutili, perché …tanto i trasgressori si coprono il volto”. Ora, però, evidentemente, la tecnologia è miracolosamente avanzata o i trasgressori hanno sviluppato un’allergia alle maschere. Chissà, magari è merito dell’aria buona di Savona.
Ma attenzione, non si tratta di comuni telecamere: sono fototrappole. Sembra quasi di sentire la colonna sonora di un documentario del National Geographic. “Ecco il furbetto dei rifiuti, intento a depositare il sacchetto abusivo. Click! La fototrappola scatta immortalando… la targa della sua auto!” Perché, sia chiaro, ormai lo sguardo di Barbara Pasquali non si accontenta più del volto, punta alle targhe. D’altronde, tra un sacchetto di umido e uno di secco, c’è spazio per un controllo alla motorizzazione.
E mentre si pianificano sanzioni “asperrime” per chi osa violare le regole del porta a porta, l’assessore cerca di rassicurare i commercianti già multati: “Non ci sarà una caccia al rifiuto.” Certo, perché il clima di caccia grossa è solo un’impressione, come quella che lascia la lista delle idee annunciate, abbandonata a se stessa come un cassonetto stradale destinato alla pensione. Spariranno i cassonetti, ma non le promesse che, come sacchetti, si accumulano e spesso finiscono… fuori posto.
In tutto questo, il vero eroe è l’ambiente. No, non quello naturale, ma quello delle riunioni in cui si cambia idea ogni settimana, rimandando i provvedimenti. Dalle telecamere inutili alle telecamere salvifiche, dalla lotta all’immondizia all’ammucchiata di ordinanze, l’assessore Pasquali non si fa certo mancare un po’ di suspence amministrativa. E noi, cittadini di Savona, restiamo a guardare, nella speranza che, prima o poi, qualcosa venga raccolto. Magari una coerenza.