Palaeventi in Piazza del Popolo: finalmente il vuoto ha uno scopo!
Il sindaco Marco Russo ha individuato il principale bisogno della città: un Palaeventi. Perché Savona, a suo dire, soffre da anni di una grave carenza di luoghi dove “ospitare convegni e grandi manifestazioni”. A noi pare che, a parte il vuoto post-demolizione della vecchia stazione, Savona non sia affatto a corto di spazi vuoti. Anzi, se fosse uno sport olimpico, sarebbe medaglia d’oro! Ma si sa, una sala polifunzionale fa sempre scena.
Orti Folconi: case per tutte le tasche!
Qui l’amministrazione punta a costruire abitazioni per “varie tipologie abitative e fasce di reddito”. Tradotto: case per tutti, dai neolaureati con i conti in rosso agli acquirenti di superloft con piscina. Un piano inclusivo, non c’è che dire, ma non stupisce che si sia messo al centro il tema della casa. D’altronde, non è mica la prima volta che gli Orti Folconi vengono tirati in ballo come il nuovo Eldorado residenziale… peccato che siano ancora abbandonati a erbacce e memorie di vecchi progetti falliti.
Ex Centrale del Latte: quando un parcheggio fa la differenza
Una delle aree più “strategiche” sarà trasformata, pensate un po’, in un parcheggio! Perché se c’è una cosa che mancava a Savona, in mezzo alle sterminate distese di asfalto, era proprio un altro spazio dove far riposare le automobili. Anche qui, una Coop c’è sempre di mezzo, e chissà che tra una cassa e l’altra non spunti un’idea rivoluzionaria: magari un supermercato che vende promesse elettorali in formato famiglia!
Ex Mottura e Fontana: dal “Matitino” al parcheggino
In questa zona, il vecchio Piano Urbanistico Comunale (Puc) prevedeva interventi residenziali di ampio respiro. Adesso, invece, si parla di parcheggi in superficie, box e una piccola area verde per le scuole. Praticamente, una versione urbanistica del “contentino” per placare i malumori dei residenti. La ciliegina sulla torta? Gli interlocutori sono i soliti noti: imprenditori locali e società delle Cooperative, che collezionano terreni abbandonati come fossero figurine.
Legino e l’impossibile stadio
La missione più complessa? Legino. Qui si parla di un nuovo stadio, ma più piccolo, accompagnato da parcheggi e soluzioni ai problemi idraulici del rio Molinero. Insomma, un progetto che ha tutte le carte in regola per diventare il nuovo oggetto dei sogni cittadini. Ma tra la Curia Vescovile, l’Università di Savona e la Fondazione Cima, pare ci sia bisogno più di un miracolo che di un progetto urbanistico.
Conclusione: la solita promessa?
Savona ci riprova, quindi, con un nuovo piano per ridisegnare la città. Che sia la volta buona? I Savonesi ormai ascoltano questi annunci con l’entusiasmo con cui si accoglie la tredicesima ripetizione di un vecchio disco. L’ennesima variante, l’ennesimo progetto strategico. Magari un giorno vedremo davvero uno stadio, una piazza rinnovata o delle case negli Orti Folconi. Ma fino ad allora, Savona rimarrà la città delle grandi promesse, con il cantiere sempre un po’ più in là, e i progetti che restano sulla carta… ben nascosta in qualche ufficio comunale.