Rinvio, al prossimo 3 febbraio, della riunione del Tavolo provinciale per lo sviluppo economico inizialmente calendarizzata per questo venerdì 20 gennaio.
Uno slittamento che il presidente della Provincia, Pierangelo Olivieri, ha comunicato ai partecipanti (tra i quali figurano i parlamentari liguri, i consiglieri regionali savonesi, i sindaci dei 69 Comuni, i tre sindacati confederali, Unione Industriali, Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confartigianato, Lega Coop, Confcooperative, Coldiretti, Cia e Confagricoltura)
Vale la pena intervenire ancora una volta sull’argomento per ribadire prima di tutto l’insufficienza “istituzionale” di uno strumento come quello del tavolo provinciale composto come indicato nella convocazione.
In secondo luogo è stata fin qui assente, da parte istituzionale, l’individuazione dello strumento economico complessivo di riconversione del modello di sviluppo territoriale.
Emerge anche la questione delle risorse strutturali disponibili.
Il rischio che si corre e che è già stato segnalato è quello di legarsi ad accordi di governance dove, ci venga scusato il gioco di parole, non si governa. Magari si partecipa come oggetto dell’intervento di crisi, come oggetto d’intervento su fondi e politiche d’immediata emergenza. Ma dove, alla lunga dove i fondi reali appaiono fortemente vincolati dalle politiche di tagli del governo e dalle scelte clientelari della Regione.
Occorre una impostazione progettuale/vertenziale elaborata e sostenuta da tutti i soggetti in questione partendo dal dato della necessità di riprendere il filo dell’innovazione e dell’adeguamento tecnologico nei principali comparti nei quali interviene la nostra struttura industriale (esempio Piaggio e Bombardier).
C’è poi la questione della sinergia politica industriale -ambientale (tema particolarmente delicato nel frangente) e politica economica complessiva del territorio e strumenti finanziari.
In sostanza: appare assente dal dibattito pubblico il tema della mancanza di risultati forniti dallo strumento dell’area industriale di crisi complessa. Assenza di risultati causata, prima di tutto, da un deficit di progettualità complessiva e della carenza di un piano organico sulle infrastrutture: ferroviarie (in ispecie verso il nord-ovest) e stradali che risultano il punto su cui far leva per far uscire la nostra provincia dal dato di penalizzazione più forte: l’isolamento territoriale.
Franco Astengo