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Savona ha bisogno di qualcosa di nuovo, ma sul serio ed in fretta!

PAROLA D’ORDINE: “DISCONTINUITA’ CON IL PASSATO”
Savona ha bisogno di qualcosa di nuovo, ma sul serio ed in fretta!
Un amico, le cui idee politiche sono lontane anni luce dalle mie, ma con il quale apprezzo confrontarmi su temi economici e strategici generali riguardanti il savonese, di recente mi ha stupito per un suo ragionamento in cui associava la situazione locale attuale con quella degli ultimi anni del ventennio fascista in Italia.
Le argomentazioni sviluppate…
durante la chiacchierata, in sintesi, possono essere così riassunte:

“Per riuscire a tirarci fuori da questa drammatica crisi economica, occupazionale, sociale, di valori, che ha colpito così duramente la nostra Città, bisognerebbe ricostituire, in ambito locale, una versione moderna ed attuale del “CLN” (il comitato di liberazione nazionale costituito nel 1943, per sconfiggere Mussolini e ristabilire la democrazia nell’intero paese)”.

Il ragionamento e la similitudine formulati nel corso della discussione non mi sono apparsi per nulla azzardati.

Savona, quasi ininterrottamente, dal dopoguerra ad oggi, è stata amministrata da giunte di sinistra  che, con precise scelte strategiche e di indirizzo, attuate anno dopo anno, intervenendo in ambito sociale, economico, culturale, occupazionale e professionale, hanno  di fatto occupato i settori vitali della nostra società.

Centinaia di persone nella nostra città hanno legato la propria vita alle scelte che questa classe politica ha compiuto nel corso dei decenni in materia di affidamento di appalti pubblici, modalità di assunzione del personale, affidamento di consulenze professionali, accesso a finanziamenti e bandi di gara per le imprese, ecc. ecc.

Nei decenni si è creata un’incrostazione di rapporti, prassi, riti, logiche di pensiero, mentalità, appartenenti ad una società di tipo paleoindustriale.

Savona è stata trasformata in una città avvitata su se stessa, incapace di esprimere qualunque idea innovativa, impaurita dai cambiamenti, impossibilitata a scrollarsi di dosso il passato, ma recalcitrante a guardare verso il futuro, che non attira i giovani, con una popolazione sempre più anziana.

Quando si parla di nomine negli enti partecipati dall’amministrazione comunale girano di frequente gli stessi nomi, che, con la scusa di un’esperienza politica acquisita in decenni di pratica, vengono ritenuti gli unici depositari della conoscenza e della capacità per fare bene!

Nel frattempo, la grande parte dei bilanci pubblici restano in rosso, i servizi locali offerti ai cittadini sono sempre più costosi e carenti, mentre la stragrande maggioranza della gente comune resta alla finestra, senza possibilità alcuna di contribuire a migliorare le cose con idee e suggerimenti.

Si aprono i giornali locali e si legge di cooperative locali, o, come accade di  frequente, provenienti da ogni parte d’Italia, aggiudicatarie di appalti pubblici i cui soci, o dipendenti, vengono pagati poche centinaia di euro al mese, e a volte non ricevono neanche quelli.

Si legge di aziende pubbliche che, quando assumono, lo fanno il più delle volte senza ricorrere a concorsi pubblici, oppure impiegano, con sempre maggiore frequenza, tirocinanti, senza creare lavoro stabile e sicuro a tempo indeterminato: è il trionfo del precariato!   

La risposta a questo deserto economico, demografico e culturale in cui è sprofondata la comunità savonese quale potrebbe essere?  Proprio l’istituzione di una versione attuale dello storico Comitato di liberazione, composta da tutte quelle persone di buona volontà che, indipendentemente dagli schieramenti ideologici e di appartenenza, siano disponibili a raccogliersi intorno ad un progetto di cambiamento, in cui l’unica regola dovrà essere quella della trasparenza, dei curricula, della competenza e della libertà da condizionamenti di partito di ogni tipo.

Una delle parole d’ordine da adottare dovrà diventare miglioramento: nell’intero settore amministrativo comunale, il dirigente, o l’amministratore, messi in condizioni di farlo e che non raggiungano risultati di miglioramento apprezzabili nel settore assegnato dovranno  effettivamente risponderne, in particolare se rivestono un ruolo apicale.

Di converso, chi è bravo e competente, farà strada e sarà finalmente premiato per le qualità tecniche e la capacità di innovazione riconosciute.

Tutto ciò è utopia, o eccessiva fiducia negli uomini e nelle donne del proprio schieramento politico ? 

Proprio per evitare che tutto ciò rimanga un sogno nel cassetto, o che eventuali accordi trasversali di bassa politica possano vanificare la volontà di cambiamento dei cittadini, l’idea del Comitato di liberazione per Savona costituisce lo slogan dietro al quale aggregare anche quelle energie vitali nascoste nella società, che vorrebbero, ma non osano, che sono slegate dalle logiche di appartenenza, o che pensano: “tanto non cambierà mai nulla”.

L’occasione di attuare tale rivoluzione si presenterà tra pochi mesi, e la prossima amministrazione, non di sinistra, che libererà Savona, potrà dimostrare che il metodo proposto potrà essere applicato e, soprattutto, che sarà efficace.

Il primo banco di prova sul quale si giudicherà la nuova giunta riguarderà i criteri con i quali verranno selezionate le persone che riceveranno il compito di “rianimare” le società partecipate, di riorganizzare e motivare la macchina comunale.

Massimo Arecco

Consigliere comunale Lega Nord  

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